Filippo Capellupo scrive ai candidati a sindaco
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa di Filippo Capellupo Presidente commissione provinciale per l'emersione del lavoro irregolare
"Le richieste della città all’amministrazione entrante sono chiare. Lavoro e sviluppo sono le priorità di una comunità che risente di una crisi incombente. Ma un’amministrazione comunale non è nelle condizioni di garantire posti di lavoro ma eventualmente di creare opportunità. Ecco perché è necessario un progetto integrato, pubblico/privato, che crei le condizioni utili per generare economia e sviluppo. Una comunità ha bisogno di servizi efficienti e allora perché non pensare di stimolare i giovani a riunirsi in cooperative per gestire i servizi essenziali come ad esempio quelli legati al trasporto cittadino o alcuni dei servizi connessi agli spazi culturali. Servizi di accoglienza, di programmazione parallela e diversa da quella tradizionale, servizi di guardiania per le aree verdi di pertinenza comunale o ancora attività che permettano ai giovani di crearsi quell'indotto che deriva dal lavorare accanto alle imprese e alle persone.
Esistono degli spazi e non solo fisici, che da tempo non sono occupati e che lasciano scoperti importanti aree funzionali per la città. Sono in quegli stessi spazi che è possibile trovare la giusta definizione per migliorare i servizi e far si che da questi possano nascere opportunità di sviluppo ed economia. Non più società partecipate che hanno bisogno del continuo sostegno delle amministrazioni pubbliche ma una partecipazione delle società stesse alla vita comune al fine di produrre reddito e quindi efficienza. Non è possibile promettere posti di lavoro e chi lo facesse saprebbe di mentire, ma è possibile studiare un piano integrato per il lavoro per consentire a chi ne è uscito di rimettere in gioco le proprie competenze a favore di nuove generazioni che hanno dalla loro parte la freschezza delle idee. Vivere la città come propria e sentirsi chiamati di continuo a costruirne un pezzetto è il miglior modo per rimettere in moto l’economia delle conoscenze e delle esperienze da cui far generare l’economia delle risorse".