Falsi esami Università Catanzaro, a giugno udienza preliminare
A seguito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, avrà inizio il prossimo 15 giugno l'udienza preliminare a carico dei 97 indagati coinvolti nell'inchiesta su presunti casi di esami venduti all'Universita' "Magna Graecia". Il giudice si pronuncerà in merito a quanto emerso dall'indagine, nell'ambito della quale sono state formulate a vario titolo le accuse di corruzione, falso ideologico e materiale del pubblico ufficiale in atto pubblico, falso per indurre in errore l'Ateneo, soppressione e distruzione di atti - mentre solo per pochissimi indagati è ipotizzato il reato di associazione a delinquere -, ed inoltre diverse lauree sono state sottoposte a sequestro, così come alcuni indagati sono stati raggiunti da un provvedimento interdittivo dell'esercizio della professione forense, nel corso delle varie tranche che via via sono venute alla ribalta, fino alla notifica dell'avviso di conclusione indagini ai 97 indagati emesso lo scorso luglio, e poi la richiesta di rinvio a giudizio arrivata all'inizio di marzo. I sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, titolari dell'inchiesta condotta dai militari della Sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri, hanno chiesto di processare 97 persone, tra cui 4 impiegati dell'Ateneo catanzarese, 2 docenti, e 91 altri indagati coinvolti in qualità di studenti, alcuni dei quali hanno conseguito già il titolo accademico che però, come detto, è finito sotto sequestro.
Il caso della presunta compravendita di esami universitari scoppiò nel novembre del 2007, e travolse prima la facoltà di Scienze economiche aziendali e poi quella di Giurisprudenza, facenti capo all'unica segreteria didattica di cui era responsabile il 50enne Francesco Marcello, principale accusato, finito in manette il 13 novembre di quell'anno. Marcello, in esecuzione di un'ordinanza cautelare, il 14 novembre 2007 finì agli arresti domiciliari con l'accusa di avere letteralmente venduto i singoli esami a circa 300 euro ciascuno, alterando poi le copie a ricalco dei verbali d'esame che, una volta falsificate con i risultati voluti, lui stesso avrebbe inserito nei fascicoli degli studenti cui aveva accesso quale funzionario responsabile della segreteria. Ad accrescere il materiale di indagini, fatto da molte intercettazioni, da vasta documentazione e dai verbali dei numerosi studenti ed ex studenti sentiti nel corso dei mesi, giunsero anche le confessioni di due studenti indagati i quali, nel rendere la loro versione, aggiunsero vari altri dettagli da approfondire. Nell'ambito di quel primo filone d'indagine i pm incassarono tre patteggiamenti e una condanna a carico delle prime quattro persone finite nei guai. In seguito altre 16 persone furono raggiunte da avviso di garanzia ad agosto 2009 (un diciassettesimo avviso era per il solito Marcello), quando i carabinieri eseguirono contestualmente il sequestro delle prime due lauree, quelle di due indagati già iscritti quali praticanti presso il Consiglio dell'ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro. Pochi giorni dopo, nell'ambito del medesimo vasto filone investigativo, il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della Procura, emise un provvedimento cautelare con cui fu interdetto lo svolgimento dell'attività forense a 39 persone. A marzo 2010, infine, un nuovo capitolo dell'inchiesta, con un'informazione di garanzia notificata ad altre 52 persone (ed anche in questo caso un cinquantatreesimo avviso è per Marcello). Fra loro molti avvocati iscritti ai vari Ordini calabresi (due a quello di Catanzaro), ma anche a qualcuno del nord Italia; 25 praticanti, sempre iscritti in vari Ordini; e 13 non ancora iscritti ad alcun Ordine forense. Appena un mese dopo il Consiglio dell'ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro decise la sospensione cautelare degli iscritti coinvolti nell'inchiesta.