Recuperati oltre 17.000 reperti archeologici
L’operazione odierna rappresenta un importante successo nel più generale quadro di contrasto all’illecito mercato di beni culturali archeologici. Tale attività, sviluppava grazie all’efficace azione dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Cosenza e dei paritetici dislocati su tutto il territorio Nazionale, ha portato al sequestro di migliaia di reperti archeologici illecitamente detenuti. Le indagini particolarmente delicate sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Crotone dott. Raffaele Mazzotta e dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Ivan Barlafante. Le investigazioni hanno preso spunto dall’individuazione di un personaggio della provincia di Crotone, abitualmente dedito alla illecita ricerca sul territorio calabrese ed alla commercializzazione di beni di natura archeologica mediante l’aggiudicazione di aste ed inserzioni online. I successivi approfondimenti investigativi consentivano di ricostruire la consistenza dell’intero traffico illecito degli ultimi anni e di identificare gli operatori del mercato clandestino di riferimento.
A questo punto, sono stati avviati mirati accertamenti finalizzati a stabilire la provenienza dei beni archeologici commercializzati e la lecita detenzione degli stessi da parte degli indagati. Accertata la presunta illiceità dell’attività posta in essere veniva avanzata richiesta di perquisizione e sequestro alla competente Procura della Repubblica di Crotone.
L’indagine che è stata condotta in varie fasi e località del territorio nazionale ha portato alla denuncia di 70 persone per reati che vanno dalla ricettazione alle violazioni al Testo Unico sui beni culturali nonché al sequestro di: 16.344 reperti archeologici tra cui oltre 15.000 monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e bizantina; 10 metal detector; 1.200 reperti archeologici, consistenti in vasi ceramici, fibule, anelli, bottoni, pesi da telaio e monili in ceramica; 42 reperti di natura paleontologica.
Gli accertamenti tecnici ed investigativi hanno consentito di riscontrare la originalità e grande importanza storico – scientifica dei reperti e la loro provenienza dai siti archeologici calabrese. Completati gli esami di rito i reperti archeologici saranno, al più presto, messi a disposizione delle competenti Soprintendenze Archeologiche per consentirne la fruibilità pubblica e gli opportuni approfondimenti scientifici.
Tre le persone che risultano indagate per il reato di ricettazione: Salvatore Luigi Gualteri, 34 anni di Isola Capo Rizzuto, il padre Raffaele, di 49 anni e Mario Arcuri, di Crotone, di 32 anni. Insieme a loro, ci sono altri 70 indagati, che sono coloro che avevano acquistato il materiale archeologico sul sito di aste on line di E bay.