Fiume Mesima, Vibo Valentia: la storia infinita
Il titolo di questa nota stampa può sembrare ironicamente allusivo, ma è purtroppo la realtà che ancora oggi si registra relativamente ad una delle più persistenti “fonti di inquinamento” della nostra Regione. Stiamo parlando del fiume Mesima, che attraversa parecchi Comuni delle province di Vibo Valentia e di Reggio Calabria, andando poi a sfociare sulle coste di Nicotera nel Mar Tirreno, provocando non pochi problemi agli operatori turistici della zona. - Lo si legge in una nota stampa di Confindustria Vibo Valentia - Qualche giorno fa, nell’ambito dell’incontro sui sistemi depurativi del vibonese tra i vertici della Sezione Turismo di Confindustria Vibo Valentia e il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, si è parlato infatti anche di questo, dell’inquinamento cioè che provoca il fiume Mesima ed i suoi affluenti e delle possibili misure da attivare sin da subito per far fronte al problema.
Portavoce di questo accorato appello è stato il Vice Presidente della Sezione Turismo di Confindustria, Domenico Tavella, il quale dopo aver riportato al Presidente Scopelliti le problematiche e tutte le iniziative fino ad oggi perseguite, a fatica, per cercare di arginare la fonte di inquinamento ed i relativi danni al turismo della zona, ha anche ribadito nell’occasione, la necessità di un incontro che veda coinvolti da un lato la Regione e la Provincia di Reggio Calabria e dall’altro gli operatori turistici ed il Comune di S. Ferdinando, diventato nel frattempo Capofila di queste iniziative finalizzate alla risoluzione del problema. È auspicabile, sostiene Tavella, un intervento serio e deciso degli enti competenti, per porre la parola fine ad un problema fino ad oggi tamponato con enormi difficoltà e vicissitudini burocratiche, di cui francamente non se ne può più.
La speranza è dunque che presto tutti insieme ognuno per la propria parte, ci si possa sedere intorno ad un tavolo e programmare un’opera di risanamento del fiume e dei suoi affluenti definitiva, che preveda la bonifica del fiume stesso, il rifacimento degli argini e l’eliminazione degli scarichi abusivi che ancora oggi confluiscono per poi finire in mare. Nell’imminenza della stagione estiva, conclude Tavella, c’è solo il tempo per avviare le procedure necessarie ad ottenere, come in passato, le autorizzazioni a realizzare per tutta l’estate, un bacino filtrante alla foce del fiume con la chiusura programmata della foce stessa, al fine di limitare le attività inquinanti nelle ore di massima affluenza dei turisti.