Crediti P.A. Afoc : oltre al danno la beffa
"La proposta formulata dal governo di pervenire alla certificazione dei crediti ed alla compensazione tra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione ha inizialmente generato una reazione positiva da parte di chi, come i nostri associati, vede messa a repentaglio la propria vita imprenditoriale a causa degli incredibili ritardi raggiunti nei pagamenti degli enti pubblici. Gli entusiasmi sono stati subito raggelati dalle indiscrezioni che vedrebbero escluse le regioni come la Calabria, soggette al commissariamento della sanità. Al danno si aggiungerebbe dunque la beffa: per una logica perversa, aziende che attendono 999 giorni prima di vedere saldate le proprie forniture (fonte: Il Sole 24 ore) non avrebbero la possibilità di accedere a meccanismi lenitivi di una situazione insostenibile e che a breve potrebbe determinare la perdita di centinaia di posti di lavoro. – Lo scrive in una nota Il Presidente dell’Associazione Fornitori Ospedalieri Calabria (Afoc), Cesare Spanò - La penalizzazione delle regioni con un passato “sregolato” diverrebbe una condanna per società gravate da situazioni finanziarie delicate e che, grazie a tempi di incasso lontani dai normali cicli di impresa, si trovano a finanziare il servizio pubblico.
Assistiamo dunque - si legge nella nota - alla creazione di un circolo vizioso che tende a soffocare l’economia calabrese, dando vita ad evidenti disparità di trattamento rispetto alle aziende che operano nelle cosiddette regioni virtuose. Chiediamo pertanto il deciso intervento dei rappresentanti politici regionali affinché non si assista passivamente allo scenario che si sta determinando, facendo sentire forti le giuste ragioni di un territorio fragile e che non può subire ulteriormente. L’Associazione Fornitori Ospedalieri Calabria ha da tempo denunciato la gravità del momento attraversato dalle imprese che effettuano forniture alle aziende sanitarie, e la conseguenza di una eventuale decisione iniqua del governo Monti non potrà che essere il fallimento e la dissoluzione di un tessuto imprenditoriale che da anni produce ricchezza per la nostra regione”.