Politiche attive del lavoro, nuova replica di Wanda Ferro
“Voglio auspicare che la posizione assunta dalla Cgil rispetto al Piano delle Politiche Attive dell’Amministrazione provinciale non sia dettata da semplice intento polemico, ma dalla volontà di contribuire con proposte concrete all’obiettivo di dare ai lavoratori in mobilità l’opportunità di costruirsi un nuovo e più solido futuro occupazionale anziché proseguire nell’erogazione dei sussidi”.
E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che chiarisce: “Innanzitutto bisogna precisare che il progetto proposto e non condiviso dalla Cgil non è un semplice corso di formazione, ma si tratta di un percorso finalizzato alla creazione di impresa con il preciso obiettivo di far uscire dalla mobilità almeno 200 persone ed avviarle ad iniziative di autoimpiego. Allo scopo è stata infatti prevista una fase specifica di assistenza ed affiancamento a chi desidera avviarsi su questa strada, oltre allo stanziamento di un fondo ad hoc di circa un milione di euro per fornire supporto alla garanzia dei prestiti e i contributi in conto interessi. Quanto alla richiesta di un nuovo incontro da parte della Cgil, la Provincia è certamente disponibile, pur nella consapevolezza che già più volte alle associazioni degli industriali, degli artigiani, degli agricoltori e anche dei consulenti del lavoro è stato fatto carico di promuovere presso i propri associati le iniziative previste nell’avviso pubblico della Provincia, con più di un incontro a Palazzo di Vetro insieme ai sindacati, e anche in singoli incontri singoli con il Settore Lavoro.
La realtà è che, da parte degli imprenditori e dei datori di lavoro, si è dovuto prendere atto delle scarse opportunità di offrire spazi di formazione attraverso i tirocini nelle proprie organizzazioni. In ogni caso, la Provincia proseguirà nel confronto con tutte le categorie per individuare tutte le possibili opportunità. Anche nei confronti dei sindaci abbiamo avviato una forte opera di sensibilizzazione, ma solo 15 comuni hanno manifestato interesse, e per profili ben definiti, quali operai o manutentori, non certo per operatori telefonici quale è la qualifica degli appartenenti al bacino degli ex Phonemedia. Quindi il nuovo incontro dovrà necessariamente vertere su proposte dei sindacati che siano concrete, alternative e realizzabili nei termini imposti dalla Regione, poiché la Provincia ha comunque l'onere di chiudere le politiche attive entro il 2012 e spendere quanto assegnato dalla Regione, pena il rischio della mancata certificazione della spesa regionale e la conseguente revoca da parte del Ministero anche dei fondi già utilizzati per i sussidi passivi. Per quanto riguarda il prossimo anno, cioè per le iniziative da porre in essere nel 2013 per chi è ancora in mobilità nel 2012, la Provincia è disponibile ad aprire un tavolo sin da subito, sebbene le indicazioni provenienti dal Ministero circa la sussistenza di fondi ad hoc non siano del tutto confortanti e andrà pure verificata la possibilità per la Regione di stanziare i fondi del proprio POR-FSE come è avvenuto negli anni scorsi”.