Catanzaronelcuore. “Facoltà di Medicina a Cosenza? Disonore e mediocrità della politica”
"Sdegno e irritazione. Sono queste le parole più appropriate - si legge nel comunicato del movimento Catanzaronelcuore - per commentare la sconcertante notizia appresa ieri per il tramite di Antonio Gentile, vice coordinatore vicario del PDL in Calabria. La notizia è questa: Cosenza potrebbe a breve inaugurare la Facoltà di Medicina e Chirurgia, con ciò consacrando la pochezza di una classe dirigente calabrese decisamente non idonea a comprendere le dinamiche di sviluppo del territorio; sviluppo che passa dalle sinergie tra i territori e non attraverso guerre fra gli stessi.
Oltre all’egoismo della classe dirigente cosentina che in questa vicenda mostra un deficit sotto il profilo regionalista, noi accusiamo il governatore Scopelliti e la sua Giunta in quanto tale scellerata decisione è stata da loro avallata e sponsorizzata, disattendendo le motivazioni sopra esposte che impongono complementarietà fra Università calabresi, e non guerra. Noi accusiamo il Rettore dell’ateneo catanzarese, prof. Quattrone, per il costante apatico disinteresse che mostra. Ma l’accusa più violenta la lanciamo agli assessori regionali della nostra provincia per la colpevole inerzia dimostrata sia in quanto appartenenti allo stesso PDL di Antonio Gentile, sia in quanto politici che siedono in Giunta. E se non è inerzia, si tratta allora di complicità; ciò che sarebbe ancora peggio per il loro “onore” politico: genuflettersi incondizionatamente agli ordini di partito a scapito del proprio territorio è la cifra di una qualità scadentissima di impegno civile. Dimostrino il contrario: impegnino la Giunta Regionale ottenendo la garanzia che Medicina a Cosenza non si farà.
Sia chiaro: aprire presidi di cultura e di ricerca è sempre un dato positivo. Ma qui la faccenda è diversa: la Calabria conta meno di duemilioni di abitanti e perciò i concetti di competizione e concorrenza - sicuramente validi in altri contesti e sotto altre condizioni - qui non risultano appropriati giacché fattori economici e massa critica di studenti rifiutano la creazione di “doppioni”.
Da sempre si è sostenuta l’idea di mantenere un tacito patto di “non belligeranza” fra gli atenei calabresi in modo da non creare diseconomie e soprattutto per rispettare le vocazioni delle singole Università che, in tal modo, possono specializzarsi nell’eccellenza dei propri campi di ricerca. Così un calabrese può sapere che se intende studiare Architettura farà capo a Reggio, se vorrà studiare Ingegneria frequenterà Cosenza, e per Medicina andrà a Catanzaro.
Ma questa auspicabile sinergia si è rotta sul nascere a causa della scarsa visione dei politici calabresi, impregnati di provincialismo e di un particolarismo bieco e dannoso. Se Catanzaro ha sempre rispettato tale accordo non scritto, la stessa cosa non può dirsi per gli altri atenei calabresi; tant’è che Catanzaro (che offre solo tre facoltà, Medicina, Giurisprudenza e Farmacia, a fronte degli oltre 70 corsi di laurea dell’UniCal) si è già vista scorrettamente “duplicare” altrove Farmacia e Giurisprudenza. Ora, con l’ipotesi di istituire anche la Medicina a Cosenza, il quadro sarebbe completo! E tutto ciò accade mentre le Scuole di Specializzazione della “Magna Graecia” sono state cancellate. Ciononostante, e come se nulla fosse, Cosenza insiste. Non osiamo pensare al clamore che la stessa identica notizia avrebbe suscitato nella città brutia a condizioni invertite! Come si fa, allora, ad inaugurare un’altra Medicina nella nostra regione proprio mentre l’unica facoltà medica esistente in Calabria rivendica sostegno e crescita per reagire alle ristrettezze cui è sottoposta? Non sarebbe più saggio e doveroso potenziare la Medicina di Catanzaro? Probabilmente si può riassumere tutto così: il peso politico di Catanzaro è pari al “nulla”!