Abusivismo edilizio, tre denunce tra cui il vice sindaco di Joppolo
Avrebbero dovuto essere strutture temporanee e di facile smontaggio, per fungere, nel periodo estivo, da attività turistico-ricreative, ma di amovibile presentavano ben poco. Ci hanno pensato gli agenti del Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Spilinga a "smantellare" un falso giro di istanze, relazioni tecniche, certificati di collaudo ed asseverazioni, concludendo un'operazione che vede, tra i soggetti indagati, anche l'attuale vice sindaco del comune di Joppolo, nel Vibonese, oltre ad un imprenditore turistico ed un architetto, entrambi del luogo. Lo scenario e' quello del lungomare della cittadina tirrenica vibonese, già al centro dell'attenzione di forze dell'ordine e magistratura per illegalità connesse alla normativa urbanistico edilizia. Gli agenti del Corpo forestale hanno scoperto un'attività illegale che si protraeva ormai da diversi anni. Il trucco era ben congeniato, infatti, i proprietari delle strutture, erette già da decenni, con l'approssimarsi della stagione estiva e nel chiaro intento di mascherare una situazione di fatto palesemente illegittima, richiedevano fittiziamente, all'Ufficio tecnico comunale, il rilascio dell'autorizzazione per il montaggio di chioschi temporanei, prospicienti il mare, da adibire a strutture ricettive quali bar - ristorante nel periodo da maggio a settembre. Ottenuto l'assenso da parte del comune, veniva comunicato l'inizio dei lavori di montaggio delle strutture che, in seguito, si asseveravano come costruzioni in legno, mediante falsi certificati di collaudo. Successivamente, si richiedeva, allegando elaborati e relazioni tecniche artefatti, il prescritto certificato di agibilità delle opere, necessario per lo svolgimento dell'attività commerciale. Il passo finale consisteva nel presentare, al termine del periodo estivo, le false comunicazioni attestanti l'avvenuto smontaggio dei manufatti. Gli Agenti operanti hanno ricostruito l'intera vicenda, passando al setaccio tutta la documentazione di oltre un ventennio e, con l'ausilio dei rilievi satellitari riportati sulle aerofotogrammetrie dei vari anni, hanno evidenziato, contrariamente a quanto veniva certificato, che le opere in questione avevano assunto carattere stabile e definitivo con incidenza sull'assetto urbanistico-edilizio del territorio, in area sottoposta, peraltro, a vincolo paesaggistico ambientale, stante l'esigua distanza dal mare.
Le indagini hanno permesso di accertare, inoltre, che una delle due strutture era stata realizzata in netta difformità rispetto all'autorizzazione paesaggistica rilasciata, poiché, contrariamente a quanto assentito, si presentava stabilmente ancorata su una platea in cemento armato, con tetto di copertura in tegole fisse e muro di recinzione perimetrale in pietra. La seconda delle due strutture, invece, falsamente presentata come struttura stagionale in legno, completa di veranda realizzata con lo stesso materiale, è apparsa agli agenti come unico agglomerato cementizio, con veranda rialzata in calcestruzzo ed altre due platee in cemento adiacenti. Per questo caso si sta vagliando anche la legittimità delle richieste avanzate, atteso che il diritto di proprietà sulla porzione di terreno ove e' ubicata l'opera, risulta appartenere ad una terza persona da identificare. Nell'operazione sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria tre soggetti, tutti residenti nel comune di Joppolo. In particolare si tratta di V.M. di 63 anni, imprenditore turistico per il quale si ipotizzano la violazione alla normativa urbanistico edilizia, violazione della normativa sul vincolo paesaggistico ambientale, abusiva occupazione di suolo demaniale e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico; Z.B., di 53 anni, attuale vice sindaco del comune di Joppolo per violazione alla normativa urbanistico edilizia, violazione della normativa sul vincolo paesaggistico ambientale e concorso in ideologica commessa dal privato in atto pubblico; F.M. di 33 anni, architetto, per il reato di falsità ideologica in certificati commessa da persona esercente un servizio di pubblica necessità in concorso con Z.B.