Caso Tavola, Quintieri: l’autopsia faccia luce sul decesso del detenuto
"E’ stata una morte assurda. Aldo Tavola non stava bene da oltre un mese. E nonostante le sue condizioni di salute peggioravano di giorno in giorno non è stato adeguatamente curato ed assistito. - Comunica una nota di Emilio Quintieri - Neanche in seguito alle formali richieste del figlio Vincenzo e dei suoi avvocati difensori che diffidavano la Direzione della Casa Circondariale di Castrovillari a farlo ricoverare in una struttura sanitaria anche per fargli praticare tutti gli accertamenti specialistici necessari ad individuare di cosa soffriva perché neanche lui riusciva a spiegarlo. Ma quando l’hanno finalmente trasferito in Ospedale, prima a Castrovillari e poi a Cosenza, probabilmente era troppo tardi anche se il personale medico, nel tardo pomeriggio precedente al decesso, riferiva ai familiari che la situazione non era preoccupante e non c’era alcun pericolo di vita ritenendo si trattasse di problemi neurologici. Sta di fatto che il giorno successivo, dopo aver eseguito alcuni accertamenti, l’uomo è improvvisamente ed inspiegabilmente spirato in una camera di sicurezza vigilata dalla Polizia Penitenziaria. - Lo dichiara il cetrarese Emilio Quintieri, già Consigliere Nazionale dei Vas ed esponente dei Verdi che lo scorso 4 giugno aveva inviato una lettera in merito all’Onorevole Rita Bernardini, Deputato Radicale, chiedendole – tramite un atto di Sindacato Ispettivo - di intervenire presso i Dicasteri della Giustizia e della Salute.
Ieri, quando sono stato informato della notizia, non ci potevo credere. Conoscevo personalmente Aldo Tavola; tra di noi c’era un grande rapporto di amicizia e sono rimasto veramente mortificato di non aver fatto abbastanza per poter soddisfare le sue “richieste di aiuto”. Ovviamente adesso è mia intenzione, oltre quella della famiglia distrutta dal dolore, di andare fino in fondo per conoscere tutta la verità perché se ci sono delle responsabilità, sia da parte del Carcere che dei Sanitari che lo avevano in custodia, debbono essere accertate e perseguite a termini di Legge. L’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza mi auguro faccia piena luce, senza lasciare alcun dubbio, sulle reali cause della morte di Aldo Tavola e su ciò che è accaduto nei suoi ultimi giorni di vita. Ormai le carceri non sono più solo un luogo di privazione della libertà personale ma delle strutture dove si rischia la vita ogni giorno. Bisogna rendersi conto che quando si calpesta la dignità dell’uomo, ovunque ciò avvenga e chiunque sia quell’uomo, sono minacciati anche il fondamento dei nostri diritti e i valori della democrazia nel suo complesso. Ancora non si riesce a cogliere a livello di opinione pubblica – prosegue l’ecologista Quintieri – quanto sia aberrante e pericoloso che lo Stato non riesca concretamente a garantire la vita e la dignità delle persone che ha in sua custodia. Siamo già ad 81 decessi in pochi mesi (di cui 27 suicidi), dove vogliamo arrivare? Possibile che si continui imperterriti con questa politica penitenziaria criminale nonostante le migliaia di condanne inflitte allo Stato dalla Corte Europea dei Diritti Umani, i richiami e le raccomandazioni del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa?
Proprio nei giorni scorsi la Corte Suprema di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Avvocatura Generale dello Stato e confermato la condanna del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia per il trattamento inumano, crudele e degradante, al limite di condizioni di vera e propria “tortura”, a cui era stato sottoposto un detenuto tunisino nel Carcere di Lecce. Tutto quello che sta accadendo nelle carceri italiane è indegno per un paese che voglia definirsi civile! I detenuti vengono prima ammassati nelle celle e poi ignorati fino a quando alcuni di essi finiscono in gravissime condizioni di salute o, peggio ancora, vengono trovati morti. Ammazzati dall’incuria, dall’indifferenza, dalla solitudine e, purtroppo, in alcune occasioni, dalla violenza impunita dello Stato ! Solleciterò la presentazione di una specifica Interrogazione Parlamentare ai Ministri della Giustizia e della Salute – conclude l’ex Consigliere Nazionale dei Vas - per conoscere se e quale sia stata l’assistenza medica prestata al detenuto durante la sua permanenza in Carcere, se il ricovero in Ospedale sia stato tempestivo e, se lo stesso, avrebbe potuto effettuarsi prima che le condizioni del Sig. Tavola peggiorassero in modo tale da recare pregiudizio alla sua sopravvivenza nonché l’esatta dinamica del suo decesso. Inoltre chiederò al Gruppo Parlamentare dei Verdi in seno al Parlamento Europeo di chiedere ufficialmente alla Commissione Europea di aprire una procedura d’infrazione contro la Repubblica Italiana per ripetuta violazione del diritto dell’unione in materia di salvaguardia dei diritti umani fondamentali."