La Festa delle Invasioni 2012 nel segno della metafora del tesoro di Alarico
Ospitalità verso lo straniero, tolleranza, aperture multietniche, scambi e contaminazioni culturali, identità locale sono i tratti distintivi della Festa delle Invasioni 2012 presentata questa mattina nel salone di palazzo dei Bruzi, la rassegna che è diventata negli anni simbolo di rinascita della città di Cosenza e che torna in questa edizione ad affermare la propria valenza con la firma del team storico (responsabile del progetto è Luca Ardenti) che quindici anni fa ne aveva segnato l’idea innovativa e lungimirante, oggi riproposta con forte convinzione dal sindaco Mario Occhiuto.
In un programma condensato in poche ma significative date, a cominciare dal prossimo 2 luglio, la zona antica di Cosenza ospiterà, fra gli altri, gli Asian Dub Foundation, riconosciuti come una delle migliori band dal vivo del mondo e noti per le loro campagne per i diritti umani, poi il Teatro Suq (compagnia multietnica che produce anche gli spettacoli di Don Gallo) con la rappresentazione “Gli stranieri portano fortuna” che ha ricevuto, come la stessa Cattedrale di Cosenza (location scelta non a caso), il patrocinio dell’Unesco e, ancora, la Piccola Banda Ikona che porta in scena il Sabir, una sorta di esperanto dei marinai del Mediterraneo. Nel mezzo, la bravissima artista italiana Tying Tiffany, che offre una lezione da manuale di attitudine post-punk in rotta di collisione con un muro di sonorità che rimandano alla prima wave elettronica e, oltre a un convegno sulla Cina e all’Invasione dei bambini, le performance di Dj Scratchy: non un deejay qualunque bensì il deejay che apriva i concerti dei Clash.
Da evidenziare, per la prima volta, l’inconsueto e appassionante matrimonio con il peperoncino Jazz Festival che avrà una sua sezione di svolgimento dall’11 al 15 luglio.
“Nonostante i tagli per la mancanza del finanziamento regionale – ha subito sottolineato il sindaco Mario Occhiuto ringraziando tutti i collaboratori a iniziare da Luca Ardenti - abbiamo ritenuto giusto continuare a mantenere Invasioni e la tradizione che questa manifestazione rappresenta. Il tema ispiratore è l’identità culturale ma pure l’Oriente, coi movimenti del Nordafrica che stanno reimpostando gli equilibri mondiali. Abbiamo dovuto ridimensionare i programmi iniziali a causa dei costi, altrimenti ci sarebbero stati ancora più fervori multietnici. Nel programma c’è un filo ispiratore molto studiato e pensato, che a me piace molto. E’ in linea con l’idea di apertura e di accoglienza che ha quest’Amministrazione. Noi – ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo in mente una Cosenza che sia scenario di eventi, che utilizzi i suoi scenari naturali. Dopo un anno di governo, possiamo dire di avere, di nuovo, spostato finalmente il centro di interesse qui, specie da parte della provincia. Molti ci accusano di organizzare troppi eventi, ma non è che noi facciamo feste per fare feste. Realizziamo feste di piazza e di strada per muovere il commercio, attrarre le persone, mettere in circolo il confronto, l’economia, portare gente nel capoluogo”.
Il sindaco Mario Occhiuto ha approfittato della circostanza per anticipare che, a breve, come assicurato dal presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, sarà finanziato il Museo di Alarico a cui Luca Ardenti apporterà il suo contributo, e che presto sorgerà dove oggi sorge l’ex hotel Jolly (“Non ce ne siamo dimenticati – ha detto il Sindaco – abbatteremo questa struttura come più volte abbiamo annunciato e riqualificheremo l’area paesaggistica ora imbruttita da questo edificio”).
E da qui, dalla genesi di Invasioni, il responsabile del progetto ha dato il via al suo intervento: “L’apertura verso lo straniero è sempre stato il tratto distintivo della Festa delle Invasioni – ha affermato – il cui concept nasce originariamente sulla vicenda di Alarico e sulla metafora del tesoro nascosto che è ricchezza, diversità. Non fu, la nostra, 15 anni fa, una ricostruzione fatta a caso, perché si calava nel contesto di isteria del nostro Paese. I temi razziali venivano agitati da molte realtà politiche, e da lì è nato un percorso complesso e partecipato, per questo motivo non mi sono mai sentito direttore artistico di Invasioni, perché è un’esperienza collettiva, che fino al 2005 è sempre stata un grande contenitore delle esperienze cittadine. Secondo questa visione - ha aggiunto Ardenti – la cultura dev’essere dunque sviluppo di un territorio, persino quando non è portatrice di reddito immediato. La Festa delle Invasioni, in prospettiva, ha dimostrato quanto sia importante la coesione sociale. In questa edizione abbiamo ripreso dei tratti centrali che potessero riportare appunto alla precedente esperienza, a partire dai bambini, perché non c’è processo di rinascita che possa prescindere dai bambini. Nel cartellone degli spettacoli abbiamo cercato di riportare qualità e stimoli che si possono trasmettere a chi partecipa. La location degli spettacoli non è stata scelta a caso, e ogni spettacolo ha un suo perché”.
Presenti anche l’assessore alla Comunicazione Rosaria Succurro, la dirigente del settore Cultura Giuliana Misasi e Lucia Ambrosino della Città dei ragazzi, che curerà l’intrattenimento dei più piccoli.
A chiudere la conferenza stampa per la festa delle Invasioni, è toccato a Sergio Gimigliano, che ha delineato i particolari legati al connubio con il peperoncino Jazz Festival: “In dieci anni – ha dichiarato - il Peperoncino Jazz Festival non aveva mai avuto la possibilità di sfiorare la città di Cosenza. Adesso abbiamo creato un incontro fra realtà culturali d’eccellenza della nostra regione. Daremo vita a cinque giornate di grandissimo jazz internazionale, fra il lungofiume e la Villa Veccia, patrocinate dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America”. Gli ingressi per gli ultimi tre spettacoli jazz saranno, per ragioni precise, gli unici a pagamento e avranno il prezzo popolare di 5 euro, sia per alleggerire il contributo del Comune sia in quanto la tipologia dei concerti è tale da necessitare di un ambiente non troppo rumoroso e un po’ più selezionato.