Cgil, mobilitazione generale unitaria per i diritti e la difesa del Territorio

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Il prezzo altissimo che sta pagando il territorio del Pollino, della Sibaritide e del Tirreno con la soppressione degli apparati giudiziari come i Tribunali di Castrovillari, di Rossano, di Paola e degli uffici dei Giudici di Pace, impongono una reazione decisa di tutto il territorio. - E' quanto si legge in una nota - Come Cgil, a partire dallo sciopero generale del 17 aprile 2012 che abbiamo fatto a Castrovillari, continuiamo ad affermare che la battaglia per la difesa della legalità e dei tribunali è una battaglia di civiltà e andrebbe fatta con un movimento extraterritoriale vasto, unitario, capace di superare localismi, competizioni tra Comuni e coinvolgere tutto il territorio.

Le azioni intraprese verso il Governo di queste ultime settimane, organizzate dai Sindaci e delle associazioni sociali e professionali unitarie a partire da quelle di Castrovillari, sono state positive e determinanti per mantenere alta l’attenzione verso il Governo, ma ora è necessario allargare il campo d’azione della mobilitazione con le diverse sinergie istituzionali e coinvolgendo le popolazioni di tutto il Comprensorio, per sostenere la mobilitazione nazionale che metteranno in campo le confederazioni sindacali unitarie nel tentativo di far cambiare le scelte del Governo. Scelte inique, fatte con il processo di revisione della spesa che determineranno, se non contrastate, lo smantellamento di interi presidi di legalità e di tagli che colpiscono ancora una volta le regioni del mezzogiorno, i lavoratori, la sanità, l’istruzione e la ricerca, gli enti locali e i cittadini. Si continua con la politica di soli tagli e rigore verso i deboli, non si tassano i grandi patrimoni, si continuano a difendere evasori e speculatori, si tutelano le banche e la finanza e non si dà un minimo di certezza per la crescita e il futuro. - Continua la nota - Il lavoro, sparito dall’agenda del Governo, anche nel senso letterale, viene usato solo per tagliare i diritti così come successo con la legge di intervento sul mercato del lavoro. I territori sono abbandonati al loro destino, si chiudono i Tribunali e si fanno arretramenti sulla legalità, si chiudono gli Ospedali e non si garantisce la continuità assistenziale dei malati, si chiudono le scuole e si spopolano le aree interne, si tagliano i treni e il trasporto pubblico locale isolando i cittadini, si bloccano le opere infrastrutturali per la viabilità e per la costruzione di nuovi ospedali, i pochi impianti industriali che occupano centinaia di lavoratori come il Cementificio di Castrovillari e la Centrale Enel di Rossano sono a rischio smantellamento, le amministrazioni locali sono soffocate dai tagli lineari e dal patto di stabilità.

La filiera agroalimentare e il comparto turistico sono in grande sofferenza. Manca il LAVORO e i giovani se ne vanno. Cosa deve succedere ancora? La Regione Calabria in tutto questo processo non riesce a rappresentare gli interessi dei cittadini e dei lavoratori calabresi, non riesce ad avere un minimo di incisività verso il Governo sulle scelte che stanno penalizzando la Calabria. Non riesce a programmare politiche di uscita dalla crisi e sostenere lo sviluppo dei territori, a partire dal nostro che è il polmone attivo della Calabria in termini di produttività e prospettiva. Più che autorevole protagonista attivo, il Governo Regionale è diventato inerme spettatore passivo. Tutto il peso della crisi e delle difficoltà è demandato allo sforzo che stanno compiendo con coraggio i Sindaci, veri avamposti di democrazia e legalità. - Conclude la nota - Il territorio del Nord della Calabria, quello più penalizzato, non può più attendere oltre tempo. Riteniamo, così come già avvenuto con lo sciopero generale territoriale della Cgil che abbiamo fatto il 17 aprile 2012 a Castrovillari, nel quale paventavamo, inascoltati, il rischio di soppressione dei tribunali minori, sia giunto il tempo di una nuova e ampia mobilitazione generale unitaria, eclatante, lunga e duratura a difesa di tutto il territorio, per aprire un tavolo nazionale con il Governo sui temi della Giustizia, della salute, del lavoro, dell’istruzione e della mobilità.