La cultura accanto: la Veladiano racconta una storia di passione che libera
La storia di una bimba brutta, poco amata e destinata a un’esistenza di serie B. La storia del talento che riscatta, della musica che salva, della passione che libera. Di uno sguardo che può aprire alla vita. Questa storia ha raccontato Mariapia Veladiano nel suo romanzo La vita accanto (Einaudi), presentato alla libreria Ubik di Cosenza. La scrittrice, finalista al premio Strega 2011, è stata ospite della rassegna La cultura accanto, organizzata dall’Auser di Cosenza e della Cgil di Cosenza in collaborazione con la libreria Ubik e il cineforum Falso movimento.
«Il testo – ha commentato Liliana Ocello, chiamata ad interloquire con l’autrice insieme ad Antonella Falco – è un romanzo che non lascia indifferenti, per un respiro fantastico e visionario, che ci rivela con garbo l’intimità dell’animo umano, oltre che per la precisione e la varietà dei registri linguistici utilizzati: dalla cantilena alla poesia».
La vicenda di Rebecca, rifiutata dalla famiglia naturale e poi accolta da “una famiglia di affetti”, è il racconto di una vita marginale. «Una situazione – ha spiegato l’autrice – sempre più frequente. La bruttezza della protagonista è connessa alla paura, diffusissima tra i più giovani, di non essere accettati. C’è un canone che impone bellezza, ricchezza e successo personale. Un canone strettissimo, che legittima una cultura in cui il merito non ha valore». Lontane da questo canone, oltre al personaggio principale, sono tutte le figure che popolano il testo: una madre, una tata, un’insegnante. «Una splendida carrellata di immagini femminili» ha detto Antonella Falco, la quale si è poi soffermata sulla scrittura «sapiente» e «garbata» che caratterizza la prosa di Mariapia Veladiano. «Nel testo – ha aggiunto – c’è il coraggio del buon gusto e dell’eleganza».
La presentazione del libro è stata arricchita dalla lettura, affidata ad Anna Petrungaro, di alcuni brani, oltre che dalle domande e dalle sollecitazioni provenienti da una nutrita platea di lettori. Il dibattito, a partire dalle suggestioni scaturite del testo, si è poi inoltrato su problematiche connesse alla scuola (Mariapia Veladiano è un’insegnante), alla crisi della famiglia, alla difficoltà di intrecciare relazioni autentiche. «Rebecca – ha aggiunto l’autrice – riesce a farcela perché le persone intorno a lei le restituiscono uno sguardo d’amore, la riconoscono come persona, la chiamano per nome».
Il prossimo appuntamento con la rassegna La cultura accanto è fissato per lunedì 30 maggio al centro Auser-Cgil del rione Spirito Santo a Cosenza. Protagonista di questa tappa dell’iniziativa sarà Carla Benedetti, critico de l’Espresso e autrice del testo Disumane lettere. Indagini sulla cultura della nostra epoca. Converseranno con lei Raffaele Perrelli e Giuseppe Lo Castro.