Libri: le “Disumane Lettere” di Carla Benedetti
"Viviamo in un mondo che si avvia verso la catastrofe e sperimentiamo per primi la possibilità della fine dell'uomo, ma in questo quadro apocalittico ci sono delle forze rigeneranti, delle schegge che possono provocare un cambiamento di sensibilità e mentalità: esiste, cioè, una possibilità di riapertura del gioco". Carla Benedetti, saggista e critico letterario, sintetizza così la tesi che attraversa e motiva il libro di cui e' autrice, "Disumane lettere. Indagini sulla cultura della nostra epoca". Del testo si e' discusso nel corso della penultima tappa della rassegna La cultura accanto, organizzata dall'Auser di Cosenza e dalla Cgil di Cosenza in collaborazione con la libreria Ubik e il cineforum Falso movimento. A percorrere insieme all'autrice i temi e le questioni fondamentali proposte in Disumane lettere e' Giuseppe Lo Castro. "Siamo in presenza - ha detto - di un libro che rompe gli schemi, di un testo non canonico". Il volume e' infatti un'analisi della cultura umanistica del nostro tempo, della sua pericolosa deriva, ma anche di quelle nuove forme di pensiero che aprono una possibilità altra, di quelle "zone di ustione", così le chiama Carla Benedetti, che lasciano intravedere un'opzione di cambiamento. Innanzitutto, la ricostruzione del rapporto tra presa di parola e verità. "Una certa scuola di pensiero - ha commentato Giuseppe Lo Castro - ci ha fatto credere che non sia più possibile una parola capace di risvegliare, di cambiare qualcosa nel mondo. Contro questa posizione nel testo viene richiamata per esempio la figura di Saviano, il potenziale di rottura contenuto nel suo scrivere". L'incontro si e' poi arricchito delle numerose e attente sollecitazioni provenienti dal pubblico. Carla Benedetti si e' così soffermata sulla necessità di recuperare una cultura "dell'inseparato", in grado di uscire da quegli "specialismi" che spesso ingabbiano il pensiero, sull'urgenza di vincere diffuse logiche di mercato, che tendono alla normalizzazione e al conformismo dell'opera culturale, sull'inutilità' di un ottimismo menzognero e a tutti i costi. "Il libro - ha aggiunto l'autrice - si sarebbe potuto intitolare "rigenerazione" e la rigenerazione può venire anche attraverso la disperazione, ma non passando per un finto ottimismo. Leopardi, per esempio, ci dice che si può essere disperati e tuttavia non arrendersi mai". Il prossimo e ultimo appuntamento con la rassegna La cultura accanto e' fissato per lunedì sei giugno alle 18.00 al centro Auser-Cgil del rione Spirito Santo a Cosenza. A chiudere il ciclo di incontri sarà Vito Teti, autore del testo La razza maledetta, recentemente edito da Manifestolibri. Converserà con lui Giorgio Franco.