Cosenza, al via la rassegna “La cultura accanto”
Il paradosso di una filosofia della fretta: lungo questo filo si dipana il primo dibattito della rassegna “La cultura accanto”, organizzato dall’Auser e dalla Cgil di Cosenza. Protagonisti del primo appuntamento è Diego Fusaro, allievo di Gianni Vattimo e autore del saggio “Essere senza tempo” (edito da Bombiani), che risponde alle domande di Annamaria Vitale, sociologa dell’Unical. Un incontro arricchito dagli spunti provenienti da un numeroso e variegato pubblico: molti gli studenti, i giovani, gli intellettuali, i rappresentanti della cultura e del mondo sindacale presenti in sala.
Dopo i saluti di Aldo Federico, dirigente di Cgil e Auser (“il nostro obiettivo è quello di rilanciare il dibattito culturale, di ridare una speranza soprattutto ai giovani” afferma), i lavori sono introdotti da Pierluigi Pedretti, curatore della manifestazione, che illustra lo spirito dell’iniziativa: “La cultura accanto è quella che ci deve accompagnare ogni giorno non solo nella crescita personale e morale ma nella salvaguardia nei nostri diritti, oggi sempre più minacciati dalla pervasività del capitale globale che rende sempre più difficoltosa la vita in questo tormentato tempo”.
Tanti i quesiti e le provocazioni lanciati da Annamaria Vitale che, partendo dai contenuti di “Essere senza tempo”, insieme a Fusaro dà vita a un dialogo dagli alti contenuti, appassionante e chiaro. In particolare, Fusaro spiega come il suo saggio sia costruito su un paradosso. “Essere senza tempo si propone di indagare sulla “filosofia della fretta”: due concetti che sono antagonisti perché la fretta è superamento veloce del tempo, laddove – evidenzia - la filosofia è pazienza, tempo dedicato alla riflessione, sottratto alla fretta, fenomeno così diffuso con cui non possiamo non confrontarci se vogliamo capire il mondo attuale. In “Essere senza tempo” la fretta è come la punta dell’iceberg sotto cui si nasconde il fenomeno oggettivo dell’accelerazione della storia”. Una fretta e un’accelerazione della storia in origine alla ricerca di un tempo migliore come caratteristica del tempo moderno, di cui il treno divenne simbolo. “A partire dal 1989, con la caduta del Muro di Berlino e poi con la globalizzazione, la fretta diventa fine a se stessa – aggiunge Fusaro -. Il futuro dall’89 in poi si eclissa, lasciando il posto a un presente non presente, fine a se stesso. Il capitalismo, che ha saturato i luoghi, mercificandoli, costringe a vivere in un eterno presente, non ha più bisogno di un futuro che implichi cambiamenti, speranze. Il treno, come simbolo, viene sostituito da internet”.
Il prossimo appuntamento della rassegna “La cultura accanto” è in calendario per lunedì 18 aprile, alle 18, nel centro Auser-Cgil del quartiere Spirito Santo di Cosenza. Franco Arminio, autore di Oratorio Bizantino (edito da Ediesse) converserà con Mauro Minervino, poi, il giorno dopo, lo scrittore di Bisaccia si sposterà al teatro comunale di Rovito (21.30) per una proiezione di suoi video e una discussione con Ercole Giap Parini sulla “paesologia”.