Paesologia: Arminio spiega a Cosenza lo spirito della sua disciplina
“Il paesologo non è un paesanologo, studia il mondo studiando i paesi, lo sfinimento del mondo infatti si capisce dallo sfinimento dei paesi. Ma sotto la parte ustionata delle nostre montagne c’è un cuore vivo, dobbiamo costruire un cuore comune”. Franco Arminio, lo scrittore campano inventore della “paesologia”, spiega così lo spirito della sua disciplina. Una disciplina fatta di racconto, con parole e immagini, reale e poetico allo stesso tempo di luoghi e persone dell’Irpinia che simboleggiano tutti i Sud del mondo. Una disciplina costruita anche sull’impegno civile contro gli scempi e per la difesa dei beni comuni che ha portato pure alla nascita di un movimento: Comunità provvisoria. Arminio, avellinese di Bisaccia, è stato protagonista di due incontri della rassegna La cultura accanto, manifestazione organizzata dall’Auser e dalla Cgil di Cosenza in collaborazione con il cineforum Falso movimento e la libreria Ubik.
Lunedì sera, nel centro Auser-Cgil di Cosenza, introdotto da Pierluigi Pedretti, curatore della rassegna, Arminio ha discusso con lo scrittore calabrese Mauro Minervino del suo ultimo libro Oratorio Bizantino (Ediesse). Le lettura di alcuni brani dell’opera dell’autore campano ha dato pathos a una serata nella quale il dibattito ha toccato soprattutto tematiche sociali e politiche. “Anch’io come Franco non scrivo romanzi ma narro la realtà – ha detto Minervino -. Io però mi occupo di luoghi della contemporaneità, come ho fatto raccontando il caso della Statale 18”. Arminio ha prima di tutto annunciato che a ottobre scriverà un nuovo libro per Mondadori. “Parlerò pure della Calabria del nord al confine con la Lucania, mi interessano molto le storie di confine”. L’inventore della paesologia ha poi invitato a fare rete superando gli steccati, “è importante che gli intellettuali agiscano insieme a chi fa il pane o il vino”. Un impegno comune quindi partendo dalle cose semplici, “per sconfiggere questo Sud parassitario, per essere più sognatori e meno vittime, per appassionarci al futuro. I politici e i ras dei giorni nostri non sono eterni”.
Martedì sera, nel Teatro comunale di Rovito, sono stati proiettati due documentari di Arminio: Teora 2010 e Scuola di paesologia. La prima opera è un video sulla desolazione e le brutture di un centro dell’Irpinia a trent’anni dal terremoto dell’80. Il secondo documentario, sempre in progress (“lo cambio ogni settimana, non è escluso che vi aggiungerò foto di Altilia” ha evidenziato l’autore), attraverso le immagini narra l’anima del Mezzogiorno. Due opere liriche ed emozionanti che hanno dato un’impronta poetica alla serata. “Questi sono veri e propri versi in immagini” ha commentato Maria Rosaria Donato del cineforum Falso Movimento. “Nell’opera di Arminio non c’è nulla di camuffato, di artefatto, dietro queste immagini c’è un autore” ha aggiunto Ercole Giap Parini, sociologo dell’Unical. “I paesi sono come le persone, ti imbatti nel paese ipocondriaco, in quello velleitario o depresso o nevrotico L’importante è osservarli con lo sguardo del cane senza mai sentirsi un personaggio famoso” ha chiosato Arminio.
Protagonista del prossimo incontro della rassegna La cultura accanto sarà Luciana Castellina, storica militante di sinistra, è stata tra le fondatrici del Manifesto, che discuterà con Donata Chiricò e Alberto Abenante del suo libro La scoperta del mondo (edito da Nottetempo), un’opera finalista del Premio Strega 2011. L’appuntamento è per martedì 3 maggio alle 18 nel centro Auser-Cgil del rione Spirito Santo di Cosenza.