Lorenzo Creazza, “l’architetto delle anime” torna a Crotone
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pino De Lucia, presidente della Coperativa sociale Agorà Kroton
“Sono tornato a Crotone perché sono innamorato di questa città e dei suoi abitanti. A Crotone c’è un pezzo della mia storia. (a 25 anni arrivò a Crotone come missionario dell’ordine dei Gaetanini). Nemmeno in Guatemala ho avuto l’impatto umano ricevuto nel quartiere di Fondo Gesù. Ho pianto moltissimo quando sono andato via perché qui lasciavo una umanità che non avevo mai trovato da nessuna parte. Ed io penso che le relazioni umane vanno valorizzate”.
Parole che assomigliano molto ad una dolce musica, e che vanno dritte al cuore. Al mio cuore, ed a quello di tutti coloro i quali, quarant’anni fa, vivevano la difficile realtà del quartiere Fondo Gesu, sforzandosi di trovare la giusta via e di capire ciò che avrebbe voluto fare e diventare da grande… Parole amiche quelle di Lorenzo Creazza, a quei tempi diacono della Parrocchia di Fondo Gesù, e successivamente padre spirituale dei fondatori della cooperativa Agorà Kroton. Una figura storica per il quartiere, ed indimenticata. Un vero e proprio punto di riferimento. Lorenzo ha oggi trasferito la sua parola e la sua opera di “architetto delle anime” in Guatemala. Da ventisei anni ormai.
Ma quando può, e se mette piede in Italia, spinto da una forza maestosa ed invisibile, si ritrova a Crotone. Fra la sua gente. Non ha dimenticato, e non vuole dimenticare il grande patrimonio umano ereditato dai crotonesi.
“Ai guatemaltechi che spero che escano presto dalla povertà, dico anche di non perdere mai l’umanità e la serenità con cui affrontano le difficoltà della vita. Quando ritorno a Crotone mi sembra di non essere mai andato via. E’ come se il tempo fosse relativo. Per me Crotone rappresenta un riferimento umano, culturale e affettivo. Umano perché qui sono stato circondato da molta umanità. E quando una persona si sente amata e apprezzata, in modo del tutto naturale poi produce umanità. Culturale per la storia favolosa di questa città, e perché il sud non è caratterizzato dalla cultura dei libri e del produrre, ma dalla cultura della vita”.
Gli chiedo se ha trovato cambiata la sua Crotone, e cosa fa oggi Lorenzo in Guatemala. “E’ difficile dire se Crotone è cambiata rispetto a quando sono andato via, ma la sensazione che ho avuto è che i crotonesi sono stanchi. Negli anni 60 si lottava, c’era la grinta e l’idealità. Questa sensazione l’ho percepita in tutta Europa, e ho notato invece che qui gli uomini oggi sono diventati più egoisti. In Guatemala ho cambiato parrocchia dopo 25 anni. Oggi sono in una parrocchia di frontiera che mi ricorda molto Fondo Gesù di 50 anni fa. Lo scorso anno abbiamo avuto 25 morti ammazzati a causa del problema droga e dei narcotrafficanti, ed è per questo che mi occupo dei giovani, perché loro mi fanno divertire. Ed attraverso varie attività, fisiche e spirituali, cerco di recuperarli. La preghiera che farò per questa città è che la sua gente non perda mai quella umanità che la caratterizza, e che è portatrice di speranza”.