Maxi evasione fiscale da mezzo miliardo di euro. 32 denunce tra Calabria, Veneto e Lombardia
Una maxi evasione fiscale per un totale di quasi mezzo miliardo di euro (475 milioni). E’ quanto sarebbe stato scoperto dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Vicenza che ha denunciato stamani 32 persone che operavano nel commercio di rottami metallici.
Gli accertamenti hanno riguardato 30 imprese in Veneto, Lombardia e Calabria e sarebbe stato scoperto un “complesso sistema fraudolento”, basato sulla partecipazione di numerose aziende cosiddette “cartiera”, in molti casi delle ditte individuali riconducibili a slavi senza trascorsi imprenditoriali o con mezzi atti a giustificare l’avviamento una fiorente attività. Sarebbe stato invece appurato che le stesse erano costituite appositamente per emettere fatture – con importi a volte superiori a quelli realmente versati ai reali cedenti – ed allo scopo di giustificare la provenienza dei rottami.
L'attività è stata segnalata all'erario per il recupero a tassazione elementi reddituali per 306 milioni di euro mentre le fatture false complessivamente accertate ammonterebbero a 475 milioni di euro.
I finanzieri hanno controllato decine di conti correnti intestati a sedicenti imprenditori che, il più delle volte, appena incassato il pagamento della merce formalmente venduta, ritiravano dalla banca il denaro corrispondente alla somma appena ricevuta dall'apparente “cliente”.
Per rendere più credibile il percorso documentale delle merci, i rottami sarebbero stati dirottati dalle cosiddette 'cartiere' verso altre strutture filtro. Con documenti di trasporto prodotti per viaggi mai realizzati, i metalli sarebbero risultati essere trasportati anche più volte tra il Veneto e la Lombardia, per essere destinati a volta a soli pochi chilometri dal luogo di partenza.
Le aziende sottoposte a verifica fiscale e presumibilmente coinvolte nella frode hanno sede nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Brescia, Varese, Vicenza, Verona, Mantova e Cremona