Sel Catanzaro: l’acqua non può essere privatizzata

Catanzaro Politica

"Oramai non ci sono più scusanti o interpretazioni interessate: l’acqua non può essere privatizzata. Lo ha autorevolmente sancito la Corte Costituzionale dichiarando l’illegittimità di un provvedimento varato dal governo Berlusconi nell’agosto dello scorso anno e che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici, compreso il sistema idrico integrato, da parte degli enti locali. Senza appello la motivazione: il decreto in questione viola l’art.75 della Costituzione che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare mediante referendum. - Comunica una nota stampa di Sel Catanzaro - Fatta definitivamente chiarezza e ripristinato lo stato di diritto è arrivato il momento di stabilire i paletti entro i quali deve avvenire la ripubblicizzazione dell’acqua a partire dal quadro normativo-giuridico fino all’individuazione della più opportuna istituzione o composizione societaria in grado di realizzare la gestione pubblica del sistema idrico.

Nel dibattito nazionale che da mesi si è sviluppato intorno alla questione appare davvero sconcertante la posizione della Regione Calabria che ha annunciato in una conferenza stampa la volontà di individuare un nuovo socio privato, addirittura di maggioranza, per la SoRiCal che, negli ultimi gorni, è stata posta in liquidazione a causa di un buco di 170 milioni di euro.

La voragine economica, gli arresti e le inchieste della magistratura, la gestione penalmente rilevante di invasi e strutture, la fuga di Veolia sono tutti elementi che destano allarme e preoccupazione nell’opinione pubblica e che in aggiunta alla mancanza di un confronto trasparente e pubblico sul futuro del sistema idrico calabrese lasciano intravedere scenari foschi.

E’ indispensabile ed urgente che, proprio partendo dalla sentenza della Consulta, si dia avvio a una nuova fase di programmazione e gestione delle nostre risorse idriche. La Calabria ha alle spalle anni di ritardo, mancati adempimenti come la costituzione degli ATO, errori politici e di visione rispetto alla valenza pubblica di questo bene, una chiara accondiscendenza verso gli interessi di grandi gruppi privati. Il risultato è stato lo sfacelo totale. E’ il momento di voltare pagina e cambiare completamente registro partendo dai territori e dalle loro rappresentanze dirette: i Comuni.

Questi ultimi devono riprendersi le funzioni fondamentali in materia che le norme assegnano loro; devono essere messi in condizione di sanare le loro pendenze economiche iniziando a defalcare le ingenti somme illegittimamente introitate e richieste da SoRiCal ed oggetto di contenziosi milionari; devono anche essere coinvolti in un nuovo modello organizzativo del sistema idrico integrato, che deve ridare ai Comuni centralità di azione.

Una nostra proposta è quella di procedere ad individuare bacini ottimali riportando, in concreto, ad un controllo totalmente pubblico il bene acqua che consentirebbe, in aggiunta, di responsabilizzare gli Enti locali in ordine all’esigenza di realizzare una maggiore efficienza, sostenibilità ed economicità dell’intero servizio e di tutte le sue fasi, dalla captazione fino alla depurazione. - Conclude la nota - E’ evidente che si tratta di un percorso non breve che deve ricevere la massima condivisione di tutte le istituzioni a partire da quella regionale che continua ad isolarsi e programmare irresponsabilmente altri sbarchi di società private invece di guardare al territorio e agevolare ogni utile iniziativa in grado di garantire scelte democratiche e trasparenti, sviluppo economico, sociale, rispetto dell’ambiente e valorizazione delle nostre risorse naturali."