Arrestato a Reggio Calabria il latitante Giuseppe Aquino
I Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Reggio Calabria supportati dallo Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria hanno arrestato il ricercato Giuseppe Aquino, 50 anni. Il latitante, al momento della cattura, si trovava all’interno di un bunker sotterraneo cui si accedeva attraverso una botola, con congegno elettronico, ricavato in un sottoscala realizzato nella cantina dell’abitazione della madre, ove sono stati rinvenuti sofisticati apparati tecnici utilizzati dal latitante per sottrarsi attività ricerca.
Giuseppe Aquino, detto "peppu u’ pacciu", era latitante dal luglio 2010, poiché si era sottratto all’arresto nell’operazione denominata “Il Crimine”, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, quale esponente di vertice della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “cosca Aquino”, operante in Marina di Gioiosa Jonica.
Alle ore 11.00 di oggi, sarà tenuta una conferenza stampa presso il Comando Provinciale di Reggio Calabria alla quale parteciperà il procuratore ff di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza ed il dott. Gratteri Nicola.
H 13:16 | "Non è un bunker, è una cantina dove teniamo il vino". Con queste parole il latitante Giuseppe Aquino ha definito il nascondiglio ricavato nel sottoscala dell'abitazione della madre, a Marina di Gioiosa Jonica, dove i carabinieri lo hanno scovato nel pomeriggio di ieri. Dopo avere individuato il possibile nascondiglio, i Carabinieri hanno chiamato per nome il latitante, il quale non ha risposto. Solo quando ha capito che i militari avrebbero sfondato con il martello pneumatico, l'uomo si è arreso.
Aquino ha aperto la porta del nascondiglio e si è consegnato ai Cacciatori dello Squadrone eliportato, coi quali si è complimentato. Aquino non era armato, non ha opposto alcuna resistenza ed anzi ha tranquillizzato i parenti presenti in casa. L'uomo era ricercato dal luglio 2010 perché raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione "Il Crimine". Giuseppe Aquino è stato condannato in rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, una pena definita "blanda" dal procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza, che ha annunciato che la Dda sta valutando l'eventuale ricorso.