‘Ndrangheta: latitanti Presta si nascondevano in abitazioni compagne
Si trovano in due rifugi di due abitazioni diverse a Roggiano Gravina i due fratelli latitanti Antonio e Roberto Presta, che erano sfuggiti all'operazione 'Santa Tecla' coordinata dalla Dda di Catanzaro due anni fa. I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza li hanno trovati nelle abitazioni delle loro compagne. Una donna è stata arrestata per favoreggiamento. Uno dei fratelli si rifugiava in un vero e proprio bunker, nascosto da una lastra di acciaio e cemento armato in un anfratto. L'altro era in un sottotetto con un bunker in costruzione. 'Sono due pericolosi criminali', ha commentato il comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza Francesco Ferace, 'tornano in varie indagini antimafia e in un procedimento per narcotraffico internazionale.
Abbiamo sottratto alla zona gli ultimi due latitanti importanti'. 'Le misure cautelari sono una cosa, la loro esecutività è un'altra. Quando si riesce a porre in esecuzione allora diventano effettive, efficaci, non sono carta come altrimenti rimarrebbero. Con la cattura dei latitanti lo Stato si riappropria del territorio, lo sottrae al dominio mafioso e i cittadini da questo traggono fiducia nelle istituzioni dello Stato'. Così il procuratore distrettuale di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo ha commentato la cattura dei fratelli Antonio e Roberto Presta dopo due anni di latitanza. I latitanti, ha ricordato il magistrato, si rifugiano in Calabria perché hanno 'una copertura aperta ma anche strisciante'. Il procuratore di Catanzaro ha poi aggiunto che 'le battaglie contro la 'ndrangheta non si vincono una volta sola. Bisogna stare molto attenti e vigili perché la criminalità organizzata riesce a rigenerarsi velocemente e perché fa affari da lucro. E' una battaglia continua che tutti i giorni dobbiamo fare. Non solo noi magistratura, forze di polizia ma tutti. I cittadini devono stare sempre vigili'.