Monasterace: successo per la notte Jazz
Per il primo anno il comune di Monasterace ha avuto l’onore di accogliere gli artisti del Festival Jazz Rumori Mediterranei, uno dei più importanti jazz festival a livello nazionale ed europeo. Il tema scelto per questa XXXII edizione, diretta da Paolo Damiani, è “Cose Turke”, con riferimento alla Turchia ma anche ad una spinta verso i confini, verso l’ignoto e verso l’estremo. Ieri si sono esibiti, all’interno del giardino del Museo Archeologico monasteracese, il quartetto di Max De Aloe ed i Palaiina Seferia. Ad aprire il concerto è stato proprio il milanese Max De Aloe accompagnato da Roberto Olzer (pianoforte), Marco Mistrangelo (contrabbasso) e Nicola Stranieri (batteria). Ospite d’eccezione la violoncellista brasiliana Marlise Goidanich (violoncello barocco). De Aloe ha presentato il nuovo disco “Björk on the moon”. Il cd edito da Abeat Records, è composto da 12 brani del repertorio di Björk in cui Max De Aloe si addentra nelle armonie della cantante islandese per estrarne un sound jazz d’avanguardia. Oltre al repertorio ispirato alla cantante islandese, De Aloe, fondatore e direttore dal 1995 del Centro Espressione Musicale di Gallarate ed ex docente dell’Accademia d’Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala di Milano, ha presentato anche il pezzo inedito “Partiamo all’alba” , per concludere poi con quello che è il loro vero cavallo di battaglia: “Il bosco che chiamano respiro”.
A seguirlo un altro quartetto, quello dei Palaiina Seferia composto da Zacharias Spyridakislyres (boulgari, voce), Karolos Kouklakislaouto (lafta, boulgari, oud, voce), Eirini Derembei (boulgari, lafta, kaval, sfirohabiolo, voce) e Vasileios Tzortzinis (contrabbasso). Il gruppo ha portato sul palco la musica di Creta, magica e speciale nel panorama sonoro del mediterraneo. L’isola dei quattro mari, come è chiamata la più grande isola della Grecia, oltre ad essere culla di una delle più antiche civiltà del Mediterraneo, è anche una delle sue più interessanti aree musicali. Il suo simbolo sonoro è la lyra, uno strumento la cui tradizione è rispettata e riproposta dal gruppo assieme a quella del boulgarí (liuto a plettro dalla cassa affusolata e a manico lungo tastato) e del laouto (liuto dal manico lungo tastato). I Palaiina Seferia, attraverso la loro musica hanno riproposto e valorizzato le principali forme di sincretismo greco-turche di derivazione anatolica della tradizione cretese, mantenendo così viva la memoria di melodie, versi e timbri che rischiano l’oblio, attraverso uno stimolante dialogo fra tradizione e innovazione. La loro creazione musicale è infatti costantemente sostenuta dall’ispirazione della storia di questa affascinante isola del Mediterraneo e ne rappresenta tutta l’intensità lirica.