Comune Vibo, Cavallaro (Cisal): vige la “politica del rinvio”

Vibo Valentia Politica
Francesco Cavallaro

"Stando all’attuale scenario c’è da credere che l’idea di assicurare al cittadino un tentativo di ripresa della condizione socio economica ed occupazionale resta sempre lontana. La “politica del rinvio” che caratterizza l’attuale situazione esistente all’interno del quadro politico ed istituzionale sembra avere la meglio rispetto allo stato di necessità di un territorio che vive da tempo il grande dramma delle conseguenze derivanti dalla persistente incapacità della sua classe politica e dirigente. – È quanto scrive in una nota stampa Francesco Cavallaro Segretario Generale della Cisal - Nessuna intenzione di risultare ripetitivi ma non v’è oggi chi non tocchi con mano la sempre più precaria instabilità e ingovernabilità di un’Amministrazione, come ad esempio, quella di Palazzo “Luigi Razza”, che predica bene e razzola male, vantando un’attività d’eccellenza che cozza, quotidianamente, con lo stato di malessere dei cittadini costretti a fare a cazzotti con una politica dei servizi sempre più lontana dalla realtà.

Credo che un giorno, spero non lontano per il superiore interesse di tutti, le articolate e motivate pressioni rivolte al primo cittadino ed intese a rivedere l’assetto politico amministrativo della gestione comunale che evidenzia falle da ogni dove, finiranno per essere accolte liberando la città dalla oppressione di un’alleanza politico amministrativa che ha fatto soffrire e non poco chi ha lottato per un servizio più adeguato alle giuste esigenze. Sembra che soltanto Mario Monti e la sua èquipe ministeriale siano impegnati da Palazzo Chigi a pensare all’autunno caldo degli italiani. La stessa cosa non si può dire a Vibo Valentia dove a parere “muto” della classe politica dominante, popolazione non ha bisogno di sapere cosa l’attenderà nelle prossime settimane. L’imminente autunno si preannuncia caldo e c’è chi ipotizza che i disagi dei cittadini, soprattutto quelli di natura occupazionale, non potranno non investire il muro della politica. Ad incominciare dalla condizione dei giovani disoccupati per poi proseguire con le difficoltà legate alla necessità di garantire sicurezza e legalità, due fenomeni che viaggiano di pario passo e che da queste parti non fanno dormire sonni tranquilli.

Ma c’è chi anche sostiene che bisogna credere in qualcosa. Che occorre affidarsi alle carte di credito che i partiti di maggioranza presentano per ottenere consenso e perché no anche un po’ di ossigeno per andare avanti e pensare a come cambiare le cose che non vanno e che non sono irrilevanti. Si tratta proprio di cambiare le cose. Continuare ad illudersi che la giunta Pdl-Udc possa offrire garanzie di ripresa economico occupazionale e sociale è pura follia. Non è follia convincersi che l’obbligo della politica dei tagli alla spesa va seriamente affrontato e con l’impegno di tutto il consiglio comunale, e quindi non soltanto di chi governa, magari con l’intervenuto aiuto della nuova idea presentata dal neo gruppo di Ad, chiamato a stimolare il ruolo della silente opposizione. Il sindaco, e chi appare convinto delle sue idee, non hanno ancora spiegato perché l’esecutivo di Palazzo”Luigi Razza” deve rimanere estraneo al preoccupante fenomeno della recessione.

Sarebbe interessante da parte dello stesso primo cittadino ascoltare una sua conferenza stampa utile a spiegare alla città perché l’asse Pdl- Udc di oggi va confermato nella sua linea e nei suoi contenuti. Motivando, soprattutto, perché diventa intoccabile il “numero” degli assessori! Evidenziando i reali scopi per cui un eventuale ridimensionamento non avrebbe nulla a che spartire con un indispensabile ed inderogabile rilancio del sistema di fare politica. Quel che preoccupa, tra l’altro, è che fatta eccezione per chi fino ad oggi ha avvertito forte la utilità di giudicare l’opaco cammino dell’amministrazione attiva, altre autorevoli postazioni del mondo imprenditoriale, sociale e delle professioni continuano a mantenere il più assoluto silenzio, quasi assecondando la marcia di un’amministrazione che verrà chiamata, in un futuro non lontano, a fare i conti, in sede di appuntamento elettorale, sul suo deludente percorso".



Le opinioni espresse in questa pagina non impegnano in alcun modo la nostra testata rispecchiando esclusivamente il pensiero dell’autore a cui viene rimandata ogni responsabilità per quanto in essa contenuto.