Cavallaro (Cisal): Vibo, la politica e la mancata cultura della condivisione
"Chi pensava che il Comune di Vibo Valentia, all’indomani delle elezioni del 2015, potesse, sulla base del programma elettorale presentato, diventare un’amministrazione competitiva con le altre consorelle calabresi ma soprattutto essere capace di rilanciare e guidare la politica del confronto, ancora una volta ha fatto male i calcoli". E' quanto scrive Francesco Cavallaro, segretario nazionale Cisal.
"A distanza di un anno - continua la nota - i segnali restano quelli della buona volontà e del tentativo di superare le conseguenze del dissesto ed i disagi ereditati e di mettere in piedi un progetto politico amministrativo capace di rilanciare l’azione di un territorio che continua ad occupare il ruolo di fanalino di coda nell’ambito regionale.
Un “record” che i cittadini evidentemente non amano ma che Palazzo Luigi Razza continua a portarsi dietro sin dai tempi che si sono succeduti all’ultima prestigiosa assise comunale che annoverava vibonesi doc come Tony Murmura, Libero Buccarelli, Michele Basile, Giovanni Scalamogna, Vincenzo Comito, Vincenzo Campitelli, Cesare Bellantoni e tanti altri, autori delle pagine della politica più esaltanti del dopoguerra vibonese.
Non è mai accaduto e resta sempre difficile pensare ad un tavolo comune, presieduto dal Prefetto, che veda impegnati verso un patto di condivisione la politica, le istituzioni, gli enti, le forze sociali, le professioni.
Ognuno va verso la propria strada facendo venire meno quel che ogni cittadino vorrebbe vedere e cioè una cultura della condivisione, del sincronismo politico amministrativo.
Talvolta cambiano anche gli uomini ma Il sistema di operare non cambia.
Vibo Valentia continua ad attivare la sua iniziativa dai singoli punti di osservazione con la politica che continua a dividere più che a unire così i problemi da risolvere restano gli stessi.
Siamo in piena estate ed è già lotta tra maggioranza ed opposizione sul modo di gestire i servizi e come prodigarsi per rendere accogliente la città ed il territorio.
Al problema dell’occupazione che resta il più avvilente si aggiungono quelli legati al solito disagio estivo dell’acqua, alla complessa raccolta differenziata dei rifiuti, alla sanità che non riesce a dare risposte certe ai cittadini che chiedono più attenzione all’emergenze di salute, al Porto di Vibo Marina cui è vietato assicurare un avvenire.
Ecco perché l’attuale confronto, se così si può definire, resta sterile, senza effetti positivi.
Ecco perché nella popolazione aumenta l’indifferenza e l’apatia verso il modo di interpretare lo stato dei bisogni di una società che non crede più nelle promesse e nei tentativi di recupero della condizione di un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti.
Le difficoltà poi aumentano quando ci si accorge che la politica è fatta di articolazioni che non hanno mai inseguito un autentico progetto di crescita e sviluppo rendendo vano il tentativo di chi ricorre a tutto il suo savoir faire per aiutare la città a superare i disagi e le difficoltà che continuano ad ostacolare assurdamente ogni speranza di ripresa".