Solidarietà: Vescovi calabresi tuonano contro la politica

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Salvatore Barresi, sociologo economista.

"I Vescovi delle Chiese di Calabria, preoccupati per il presente e per il futuro di questa nostra amata terra, lanciano un grido di allarme e una serie di proposte sulla responsabilità di operare al rafforzamento della coesione sociale, sulla promozione all’elaborazione di progetti condivisi, atti a garantire un sistema di strutture e di interventi, ispirati alla solidarietà al fine di un sostegno concreto non solo alla qualità della vita di tutti, ma soprattutto alla tutela e alla promozione delle persone più fragili e delle famiglie più povere. I 12 Vescovi sono convinti che, e lo scrivono in una “Nota sulle politiche sociali in Calabria” dal titolo “L’importanza della solidarietà”, la soluzione al problema della crisi la si può trovare solo con una chiara presa di coscienza, personale e comunitaria, partecipando alla vita pubblica per promuovere il riconoscimento dei diritti, di tutti e di ciascuno e l’impegno a compiere fino in fondo i propri doveri. Dalle loro postazioni diocesane, i Vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, sono assolutamente convinti che la risposta ai vecchi e ai nuovi bisogni o la si costruisce insieme o non ci sarà, e, diretti e decisi, richiamano il popolo cattolico a prendere in mano la propria vita affrontando la crisi, che - attraversando tutti i paesi del mondo – trafigge acutamente questa nostra terra e le risorse che la Calabria possiede.

Una “Nota” che richiama i cattolici calabresi ad assumere una responsabilità diretta, un documento guida, non tanto per denunciare l’inadeguatezza delle politiche sociali rispetto alle crescenti povertà della Regione Calabria, quanto piuttosto un’analisi delle fragilità del sistema calabrese di assistenza alle persone e alle comunità, al fine di promuovere un modo nuovo di confrontarsi tra i vari attori e responsabili dello sviluppo del comparto sociale, sia pubblici sia privati, che conduca, in modo condiviso, concreto e creativo, a una promozione ed a una organizzazione efficace della solidarietà. Nella Nota “L’importanza della solidarietà” i Prelati riferendosi a tutti, in particolare il popolo di Dio, senza infingimenti, sottolineano che la Calabria, già appesantita dalle sue storiche difficoltà, avverte in maniera acuta le conseguenze di questa crisi globale, che finisce con l’estendere sensibilmente la povertà e il disagio sociale con una disoccupazione giovanile al 40% circa; i costi sempre più elevati della politica, che spreca risorse, che sarebbero invece indispensabili per la crescita; l’ormai sempre più frequente emergere, non solo di una gestione impropria dei Fondi europei, ma anche di collusioni di parte del mondo politico, nonché di dirigenti pubblici e di aziende private, con pezzi deviati della società; l’infittirsi del fenomeno dell’usura, favorito anche dai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione; il peso sociale ed economico che i gruppi mafiosi impongono sotto molteplici forme; la burocrazia, che dilata in modo ormai inaccettabile i tempi di risposta alle legittime istanze dei cittadini, finiscono con l’indebolire la forza interiore del popolo calabrese e la sua fiducia nel futuro. Il linguaggio chiaro e diretto dei Vescovi calabresi ammonisce la politica regionale incapace di attuare la Legge 328 del 2000, istitutiva del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, con un ritardo di circa 12 anni, definito dagli stessi vergognoso. Oggi, mentre nel resto d’Italia si procede a una valutazione e a una rilettura anche critica della normativa, della sua applicazione e dei suoi effetti nel corso degli anni, in Calabria siamo ancora in attesa che si inizi finalmente ad applicarla. Gli Arcivescovi e i Vescovi della Calabria, nella loro piena libertà, hanno lanciato alcune proposte concrete per fronteggiare con speranza questa crisi globale, seppur, a qualche politico “conservatore”, ha dato fastidio criticando aspramente la scesa in campo diretta dei Prelati che li vorrebbero nel recinto delle loro Diocesi e a non occuparsi di politica ma solo di liturgie. Con uno sguardo oltre la crisi, i Presuli calabresi, in dieci punti, ritengono indispensabile che in Calabria più soggetti pubblici e privati, comprese le Chiese, mettano in campo maggiori interventi, da effettuare corresponsabilmente su fronti diversi. Dall’impegno della Regione Calabria a fornire un’adeguata copertura finanziaria alle politiche sociali, intervenendo strutturalmente sulla formazione dei bilanci istituzionali, al sostegno degli Enti Locali ad attuare la legge 328/2000, la legge regionale n. 23/2003, il Piano Sociale Regionale del 2009 e l’avvio dei tavoli di programmazione per i Piani di Zona, fino a richiamare le comunità ecclesiali a farsi carico in maggior misura delle situazioni di povertà offrendo una efficace testimonianza di carità, sia attraverso le tradizionali modalità di elargizioni economiche, alimentari o di vestiario, sia inventando nuove forme di sostegno al reddito come il microcredito familiare o sociale. Di fronte all’ingiusto e vertiginoso deterioramento dello stato sociale, i Vescovi, con questo documento, offrono una specifica riflessione e spunti di dialogo alla classe politica e amministrativa calabrese, sulla frontiera della ricerca del bene comune, manifestando significativamente il permanere accanto a tutta la popolazione calabrese, in particolare i poveri".


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