Strage di San Lorenzo, superstite ha parlato dopo cattura boss Presta
Le dichiarazioni di Silos De Marco, il superstite della strage di San Lorenzo del Vallo, sono state determinanti per giungere all'identificazione dei presunti autori del duplice omicidio della madre e della sorella. Ma non sarebbe mai avvenuto, sostengono gli inquirenti, se prima non fosse stato catturato il boss Franco Presta che è ritenuto il mandante della strage anche se ancora non è stato colpito da provvedimenti. Oggi sono stati sottoposti a fermo di indiziato delitto Domenico Scarola di 30 anni e Salvatore Domenico Scorza di 26 anni.
‘A sparare sono stati certamente loro due’, ha affermato il capo della procura distrettuale di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. Sulla presenza di bossoli di armi di diverso calibro sul luogo del delitto, ha risposto ‘se c'è stato un terzo noi non abbiamo certezza’. Il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli ha dichiarato 'l'assicurazione dei colpevoli alla giustizia sia una riappropriazione della giustizia con la maiuscola perché si è trattato di un episodio terribile’. Il magistrato ha spiegato che ‘da parte della Dda di Catanzaro si è attuata una strategia di acquisizione delle informazioni. De Marco non avrebbe parlato se Presta non fosse stato catturato’.
Il suo arresto era stato individuato come uno degli obiettivi prioritari della procura. 'La cattura dei latitanti -ha proseguito Borrelli- agevola l'abbattimento del muro di omertà'. Alla conferenza stampa hanno partecipato il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Maria Vittoria De Simone, che ha posto l'accento sulla collaborazione della società civile, e il procuratore di Castrovillari Franco Giacomantonio, che ha svolto le prime attività dopo gli omicidi passando poi il fascicolo alla Dda di Catanzaro.