Adozioni coppie gay, Marziale: “no speculazioni politiche”
“Il tema delle adozioni non può diventare oggetto di contese politiche. In gioco vi è lo sviluppo del concetto di ‘Sé’ e dell’identità del bambino, che non possono essere sacrificati all’egoismo adulto”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia.
“Per quanto l’identità o il ‘Sé’ non possono essere considerati concetti statici, ma dinamici in quanto vanno incontro, nel corso della vita, a continue modificazioni – spiega il sociologo – l’identità di genere ha inizio con la conoscenza e la percezione, conscia o inconscia, di appartenere ad un sesso piuttosto che ad un altro. Parlare di genere significa riferirsi ad aspetti psicologici e culturali che la famiglia ha il compito di rappresentare in quel ‘gioco di ruolo’ socializzante insostituibile che deve contemplare necessariamente la figura materna e paterna. Ciò che una coppia gay non può garantire”.
Per Marziale: “Dire, come è stato detto dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che è meglio darli in adozione ad una coppia gay piuttosto che lasciarli soli, significa disconoscere i dati relativi alle richieste di adozioni da parte di coppie eterosessuali. A tal proposito è bene ricordare che soltanto al Tribunale dei Minori di Milano, dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2011,risultavano esserci 3.049 dichiarazioni di disponibilità all’adozione pendenti, 1.062 sopravvenute, 1.357 esaurite, 2.754 pendenti a fine periodo. Numeri che a Pisapia dovrebbero dire qualcosa”.
Il presidente dell’Osservatorio conclude: “Sono convintamente assertore dei diritti civili di cui le coppie omosessuali devono godere. Ma in tema di adozioni non si tratta di diritti dei gay, bensì di diritti fondamentali dei bambini a godere del comportamento manifesto all’interno della famiglia dei ruoli di riferimento. E su questo la nostra posizione è irremovibile.”
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