1 maggio Rosarno: De Magistris (Idv): "il lavoro torni ad essere un diritto"
"Celebrare la ricorrenza del Primo maggio a Rosarno, in Calabria, ha un significato particolarmente forte. Non si tratta certamente di una 'festa' perché questi territori, questa regione d'Italia, rappresentano l'emblema della mancata realizzazione del diritto al lavoro, della disuguaglianza tra i cittadini, dello sfruttamento diffuso in ogni settore. Ed ecco perché proprio da qui deve partire, forte, quella pacifica ribellione che trasformi il grido di dolore di chi non vuole più subire in un potente richiamo delle Istituzioni alle proprie responsabilità, perché in questa regione, e nel paese intero, la classe politica prima di tutto concentri ogni suo sforzo per coniugare i temi del lavoro e dell'occupazione con quelli della legalità, dell'integrazione, del rispetto e della solidarietà, che devono essere scolpiti nel codice genetico di ogni popolo democratico". E' quanto afferma Luigi de Magistris, europarlamentare di Italia dei Valori, in occasione della manifestazione nazionale organizzata in provincia di Reggio Calabria per la festa del Primo maggio. "Proprio a Rosarno - aggiunge de Magistris -, in questi ultimi mesi, la triste realtà degli immigrati reclutati ed impiegati illegalmente nei campi ci ha fatto toccare con mano quanto lo sfruttamento dei 'nuovi schiavi' sia un problema tragicamente reale ormai da anni, e richieda il massimo impegno delle Istituzioni per la salvaguardia della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, qualunque sia il colore della loro pelle o la loro nazionalità. Ma, allo stesso modo, è tragicamente reale anche la realtà dei 'vecchi schiavi', e cioè di tutti quei cittadini per i quali il lavoro non è più un diritto, ma una merce di scambio, uno strumento di ricatto, un mezzo per tenerli soggiogati a logiche di appartenenza a centri di potere. Si tratta di una realtà che in Calabria prima di tutto è stata voluta con pervicace volontà da una classe politica e dirigente corrotta che ha dominato incontrastata per anni, e che non è estranea al resto dell'Italia, dove oggi il Governo si appresta a cancellare definitivamente ogni parvenza di democrazia rimasta. Basterebbe puntare sulla valorizzazione delle potenzialità dei territori per consentire alla popolazione di emanciparsi, ma questo non lo consentiranno mai quei politici che hanno bisogno di tenere i cittadini in condizioni di dipendenza e di bisogno". "Da Rosarno - conclude l'europarlamentare -, oggi, il popolo si metta in movimento, e cominci il suo cammino verso la libertà di non doversi inchinare al politicante di turno, per riprendersi il proprio territorio, per pretendere il rispetto dei propri diritti. Da Rosarno in avanti quei politici e quegli amministratori che ancora conservano dignità ed onestà alzino la testa, e riprendano o continuino a battersi con ogni mezzo per adempiere al loro primo dovere, tutelare chi è più debole, perseguire gli interessi della collettività e del territorio, affermare diritti e legalità creando così le condizioni per un vero sviluppo economico sociale".