Adiconsum Calabria: proposte vere per una nuova cultura di tutela del territorio
Tutto inizia quando dalle campagne la gente si sposta in fabbrica. Abbandona tutto e lentamente si distrugge quell’immenso patrimonio culturale e legame inscindibile che l’uomo, nel corso dei secoli, ha avuto con la terra. Oggi che le fabbriche lasciano il paese de localizzando altrove, i guai ricominciano. Nel frattempo, l’entroterra Calabrese diventa anziano, molti non c’è la fanno più e tutti sono tornati alla verifica delle comuni condizioni materiali. In intere comunità la famiglia, per quanto modificata nella sua struttura originale, torna a soffrire, muta il rapporto con le cose e non trova conforto nell’azione politica che non riesce a costruire prospettive credibili. - È quanto scrive in una nota Romolo Piscioneri il Segretario Generale dell’adiconsum, Calabria - Qui, in tutto l’entroterra, è opportuno che si decida quale tipo di attività economica esercitare e che tecniche utilizzare per mettere a frutto i beni attualmente disponibili.
Vista la nostra sensibilità per l’ambiente e il rispetto per chi lo tutela, non possiamo non dare qualche suggerimento su come impiegare in maniera produttiva, visto il dibattito di questi giorni, i Lavoratori idraulici forestali calabresi. Impieghiamoli per produrre energia pulita da biomassa, mentre puliscono il bosco, fanno attività antincendio, manutenzione del territorio e perché no coltivazioni adatte a produrre energia, proprio in collina o in quelle zone marginali, oggi totalmente abbandonati. Prendiamo coscienza dell’esigenza di un cambiamento, creiamo e investiamo in un processo di filiera, magari ripensando l’impiego e il ruolo dei lavoratori forestali, ma che alla fine di un iter produttivo resti il guadagno per aver venduto energia, visto quanto costa, e la dipendenza in gran parte da idrocarburi con le ricadute negative sull’impatto ambientale.
A nostro avviso il settore deve investire per installare un congruo numero di mini centrale a biomassa utilizzando le nuove tecnologie e la compatibilità con gli spazi sia in termini di estensione boschiva, oltre 630 mila ettari, sia rifacendosi alle distanze e agli aggregati urbani, proprio per non creare presupposti di diseconomie o scelte sbagliate. Diamo loro nuove motivazioni, attraverso una progettualità che sappia valorizzare le loro fatiche, infondere fiducia e aprire spazi per una necessaria curiosità, utile a gestire il nuovo, anche quando c’è chi accarezza l’idea che si può fare tutela ambientale e salvaguardia del territorio senza lavoratori. L’integrità del territorio si mantiene quando si esercita correttamente la responsabilità e si organizza l’azione solo quando questa ha tutti i requisiti della sostenibilità.