Immigrati: quindicenne annegato durante sbarco, due condanne
Si è concluso con due condanne, di cui una per omicidio, il processo a carico di Eugenii Kaplin, di 23 anni originario dell'Ucraina, e Nouri Burkat Jouad Saleh, palestinese di 22 anni, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di omicidio come conseguenza di altro reato, di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale, dopo il viaggio della speranza conclusosi ad agosto 2010 con lo sbarco di 50 immigrati sulla costa di Guardavalle (Cz), e la morte di un quindicenne annegato prima dell'arrivo. I giudici della Corte d'assise di Catanzaro (presidente Neri, a latere Commodaro), cui il pubblico ministero Alberto Cianfarini aveva chiesto due condanne a 24 anni di reclusione ciascuno, hanno ritenuto il solo Kaplin colpevole di omicidio come conseguenza di altro reato oltre che di immigrazione clandestina, assolvendolo dall'accusa di ricettazione della barca su cui viaggiavano gli immigrati ed infliggendogli 15 anni di reclusione.
L'uomo rimarrà dunque detenuto in attesa dell'appello che il suo difensore, l'avvocato Domenico Pietragalla, presenterà una volta avute le motivazioni della sentenza della Corte. Jouad Saleh è stato invece assolto dall'accusa di omicidio, e da quelle di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, ma condannato per la sola immigrazione clandestina ad una pena di due anni di reclusione e 510.000 euro di multa, che comunque l'avvocato Nicola Tavano impugnerà in appello. Nell'ambito delle indagini che portarono all'arresto dei due presunti scafisti - rinviati a giudizio il 20 giugno 2011 - furono i compagni di viaggio di Quazim Ahamad, il quindicenne di origine afgana deceduto nel drammatico viaggio il cui corpo fu rinvenuto il 24 agosto sulla spiaggia di Guardavalle, a consentire alle forze dell'ordine di ricostruire quanto accaduto, raccontando che il ragazzo aveva spiegato di non saper nuotare, e che quando finì in mare chiese disperatamente aiuto, ma purtroppo senza ricevere soccorso.