Molinaro (Coldiretti Calabria) scrive a D’Attorre e Principe

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato diffuso dall’ufficio Stampa Coldiretti Calabria

“I Consorzi di Bonifica, per le funzioni affidate e che svolgono, sono enti di autogoverno essenziali per il territorio, i cittadini e le imprese agricole, in un rapporto stretto con le amministrazioni locali. Con questi intendimenti, Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria ha scritto una articolata lettera al dr. Alfredo D’Attorre e all’on Sandro Principe rispettivamente Commissario Regionale e Capogruppo Consiliare del Partito Democratico. In particolare si sottopone all’attenzione dei due dirigenti del PD, le iniziative legislative e pubbliche portate avanti dal consigliere regionale dello stesso partito, l’on. Mario Franchino, tese all’abolizione del contributo consortile di bonifica previsto dalla Legge Regionale n° 23/2003. Tale atteggiamento –si legge- stride in modo evidente con la metodologia ci pare emersa nella Conferenza nazionale per il Mezzogiorno che si è tenuta pochi giorni fa a Lamezia Terme, che chiama tutti i rappresentanti nelle Istituzioni ad iniziative corali e condivise per il bene dei territori e non dovute all’estemporaneità del momento. Pur non volendo mettere in discussione l’autonomia nello svolgimento delle funzioni del Consigliere Regionale - prosegue la lettera – risulta palese la volontà di invitare i cittadini quasi ad una sorta di disubbidienza fiscale, che non tiene conto che tanti consorziati pagano il tributo poiché coscienti del ruolo e dei servizi che svolgono i Consorzi causando un vulnus pericoloso del rispetto delle regole democratiche. Tra l’altro, una iniziativa programmata dall’on. Franchino, è fatta a nome del PD Gruppo Consiliare Regione Calabria. Una cosa è certa – prosegue Molinaro nella missiva - l’agricoltura ha bisogno del territorio e dei servizi resi dai Consorzi in particolare la fornitura di acqua alle imprese agricole ed extragricole (strutture turistiche, comuni) tra l’altro a costi limitati, proprio tenendo conto che l’acqua è un bene pubblico. Pensare che chi opera quotidianamente nel mondo rurale, che, chi con sacrificio reiterato contribuisce all’economia vera e non virtuale del nostro paese possa tirarsi indietro e delegare ad altri (a chi?) l’onere della gestione di quel qualcosa di essenziale come “acqua e ambiente” non è concepibile per chi in questa progettualità ha investito mettendoci la faccia. Dopotutto, in modo populista e forse alla ricerca di un facile consenso, è mancato qualsiasi confronto con le strutture di autogoverno dei Consorzi e con la Coldiretti. Così come in parallelo, un confronto, non vi è mai stato sugli aspetti organizzativi e il valore dell’efficienza e dell’efficacia delle azioni che si stanno mettendo in campo con assunzioni di responsabilità da parte degli amministratori. Ricordo –aggiunge – che l’unica vera riforma fatta in Calabria nel settore agricolo è stata quella sui Consorzi di Bonifica. Se è così che si vuole comunque conquistare consenso e dimostrare attenzione ai problemi che affliggono il settore – conclude - ne prediamo atto; se poi. serenamente, si vuole affrontare la problematica, siamo, con responsabilità, disponibili a farlo”.


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