Bova: inaugurazione mostra Rohlfs dedicata dal Parco dell’Aspromonte
È stata inaugurata a Bova la mostra dedicata dal Parco nazionale dell'Aspromonte alle fotografie scattate da Gerhard Rohlfs in Calabria tra il 1923 e il 1924. Si tratta di immagini di grande impatto emotivo che descrivono una Calabria antica ma che non è difficile ancora oggi riconoscere in molti angoli della nostra regione. Rohlfs è conosciuto a livello internazionale soprattutto come filologo, linguista e glottologo, ma guardando le sue fotografie ci si rende conto che i due lavori appaiono indissolubili; anche e forse soprattutto attraverso le sue fotografie si avverte plasticamente l'intensità, la meticolosità, la passione con cui lo studioso tedesco ha realizzato le sue ricerche nel meridione d'Italia e nella nostra regione in modo particolare. Si tratta di immagini con una densità narrativa eccezionale che, come ha evidenziato il prof. Panzarella, curatore della mostra, "rappresenta una scelta consapevole dello studioso tedesco, un racconto puntuale e deciso".
"Per Rohlfs la fotografia è stata l'altro linguaggio a supporto della comunicazione verbale, ha aggiunto Panzarella. Fotografare per lui significava andare oltre la parola, fermare un modo di vivere, cogliere il silenzio interiore, la verità di una condizione umana o, diciamo, addirittura il segno di un destino". All'inaugurazione ha partecipato Eckart Rohlfs, figlio del filologo tedesco. "Bova - ha dichiarato - è stato il fulcro del decennale lavoro di ricerca di mio padre. La sua ricerca si occupò innanzitutto della storia della lingua italo-greca di questa regione e incluse in modo coerente molti aspetti della cultura di questo territorio. Tutto è riconducibile alla cultura - ha sottolineato Eckart Rohlfs - come noi viviamo, come vestiamo, mangiamo, lavoriamo, comunichiamo, amiamo. Di questo - ha concluso - parlano e raccontano le fotografie di questa mostra, che rappresentano ormai la storia culturale di questo territorio".
Il presidente ff del Parco, Antonio Alvaro, ha ricordato che i Parchi, operando per la conservazione della natura e la valorizzazione delle risorse presenti sui territori di propria competenza, possono rappresentare un grande valore aggiunto per il rilancio economico e sociale del Paese. "Con questa prospettiva - ha sottolineato Alvaro - il Parco, che si sente in debito con il prof Rohlfs, ha voluto fortissimamente la realizzazione di questa mostra e si impegnerà per valorizzarla sempre più e portarla in Germania. Rohlfs - ha chiosato il presidente ff del Parco - ha dedicato la sua vita a questa terra e la Calabria senza la sua ricerca avrebbe perso probabilmente una parte importante della sua memoria".
La proposta di Alvaro è stata immediatamente accolta e rilanciata da Christian Much, Console generale di Germania a Napoli. "Lo spread - ha ricordato Much - sembra essere ormai il solo strumento per misurare i rapporti tra Italia e Germania. Il fondamento del nostro rapporto deve piuttosto tornare a essere la cultura. Di persone come Rohlfs ce ne dovrebbero essere molte di più, ha aggiunto il Console tedesco. Sarei molto contento - ha concluso - se in Germania e in Italia ci fossero più persone che attraverso la conoscenza approfondita dell'altro possano costruire un'amicizia sincera e con ciò ricevere in compenso un arricchimento della propria personalità".
Gerhard Rohlfs - ha raccontato nel suo intervento il prof. Luigi Lombardi Satriani - ha insegnato ai calabresi di essere fieri della loro cultura e del loro linguaggio. Secondo il prof. Lombardi Satriani i calabresi, soprattutto gli emigrati, si sono spesso affannati a celare il proprio dialetto, occultare le proprie origini, quasi come simbolo di riscatto, di affrancamento dalla povertà delle proprie origini. Un senso di inferiorità - ha ricordato - che ha troppe volte caratterizzato i calabresi e che Rohlfs, con i suoi studi e la sua passione, ha meravigliosamente ribaltato.
La mostra sarà visitabile sino a Natale nel Centro visita del Parco Nazionale dell’Aspromonte ospitato presso il bellissimo Palazzo Tuscano e nelle sale del vicino Palazzo Mesiani.