Terremoto: lettera aperta di Di Leone a Caligiuri

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del sindaco di Morano Calabro Di leone indirizzata a Caligiuri per chiedere notizie dettagliate sui danni provocati dal terremoto:

Caro Assessore,

pochi giorni or sono, col garbo che La distingue, inviava al sottoscritto una incoraggiante missiva ove chiedeva notizie dettagliate circa gli eventuali danni, così si esprimeva, che il violento sisma verificatosi la notte tra il 25 e il 26 ottobre scorso aveva arrecato alle strutture scolastiche e ai beni culturali della mia città. Ci parse, l’iniziativa, speciale voto per una pronta rinascita, così, immediatamente, Le producemmo un elenco degli edifici che presentano lesioni importanti. Con sommo stupore, in risposta ricevemmo una Sua comunicazione mediante la quale ci informava d’aver trasmesso la nostra segnalazione alla Direzione Regionale per i Beni Culturali, al Sottosegretariato regionale alla Protezione Civile, al Comando Tutela e Patrimonio Culturale dell’arma dei Carabinieri. A loro, dunque, e non direttamente, come credevamo ed era ovvio fosse quale logica conseguenza del suo iniziale interessamento, domandava di valutare le emergenze individuate.

Non posso nasconderLe, Assessore illustre, i sentimenti di sconforto e rammarico che turbano i nostri pensieri in questo momento di pesanti difficoltà per la nostra gente. Ci saremmo aspettati che alla generosità palesata nel Suo primo contatto, fossero seguiti interventi concreti. Purtroppo Le sue spiccate doti di grande comunicatore, a fronte anche degli strumenti che il Suo Assessorato gestisce, per quanto riguarda la nostra comunità, non si sono tradotte in azioni tangibili. Non vi è alcun riscontro tra quanto appare oggi una mera se non squallida e ben veicolata iniziativa propagandistica e le reali impellenti necessità del territorio. Un territorio che continua a morire! Dov’è finita la sua vicinanza ai sindaci, tante volte ventilata attraverso i media? Perdoni la schiettezza, ma non ci sembra questo il modo giusto per manifestarla. Né riteniamo il Suo atteggiamento corretto e consono alle aspettative di tanti calabresi che stanno abbracciando dignitosamente la sofferenza e a testa alta, con la schiena dritta continuano a impegnarsi e a svolgere i loro compiti nella società.

Restiamo allibiti dinanzi al lungo elenco di opere finanziabili contenuti nel Piano regionale dei Beni culturali che Lei ha presentato sabato 10 novembre scorso: nonostante la declamata abbondanza di risorse alla mia comunità neanche le briciole. Eppure, non si può dire che siamo stati deficitarii quanto a proposte: più d’una ne abbiamo depositato, persuasi di ottenere una valutazione positiva che paradossalmente, Lei questo dovrebbe ricordarlo, c’è stata per esempio nel 2011 con la proposta del FUC (ci classificammo in quell’occasione al vertice della graduatoria degli elaborati foraggiabili) per poi trovarci esclusi l’anno successivo, il 2012, con il medesimo progetto, peraltro migliorato e ampliato. Vorremmo capire, caro Assessore, secondo quale criterio tutto ciò può determinarsi.

Si vanta d’aver prodotto, sono parole Sue, il più grande piano integrato in Calabria di completamenti nel campo dei beni culturali. Che prevede 70 interventi, 4 grandi aree di interesse (archeologia, musei, castelli, edifici di pregio) per 58 Comuni coinvolti. Con un importo progettuale complessivo di 45 milioni di euro. Ci domandiamo e Le domandiamo, quei musei, quelle aree e parchi archeologici, quegli edifici storici e di pregio architettonico, castelli, fortificazioni militari, strutture di archeologia industriale di cui con enfasi ha riferito in conferenza stampa, non appartengono alla stessa tipologia di Beni culturali per le quali chiediamo il recupero e la riqualificazione? Ricorda, era il marzo 2010 quando ci onorò della Sua presenza in loco per l’inaugurazione del maniero Normanno-Svevo: già da allora conosceva le nostre esigenza e promise di farsene carico… Tutto un bluff?

Che delusione constatare che uno dei Borghi più belli d’Italia, pluridecorato, Bandiera Arancione, riconosciuto a livello internazionale come uno dei centri più caratteristici e prestigiosi dell’intera Calabria venga poi, de facto, sottovalutato e respinto proprio da chi dovrebbe, prima d’altri e più d’altri, sponsorizzarlo e sostenerlo. Tra quei 58 Comuni che si sono visti finanziare i loro progetti, Morano non c’è. Possibile che il nostro museo di Storia dell’agricoltura e della Pastorizia, considerato tra i meglio attrezzati del Meridione, o la chiesa Collegiata di Santa Maria Maddalena, sfregiata dal recente movimento tellurico, o il complesso monastico quattrocentesco di san Bernardino da Siena, ma lo stesso palazzo comunale (XV sec), il Castello Normanno, la Chiesa dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo non siano degni delle Sue premure?

Vorremmo sperare, Assessore, si tratti solo di uno spiacevole malinteso, uno sgradevole equivoco frutto di errata interpretazione di carte e documenti. Evidentemente, però, ci duole affermarlo, non è così! E Lei questo lo sa. Serve a poco girare le nostre istanze ad altre istituzioni…

Per il bene della Calabria, delle nostre comunità, di quel fare rete che tutti inseguono, della valorizzazione e promozione di quelle emergenze culturali che dovrebbero rappresentare un volano di sviluppo, l’unico percorribile, auspichiamo da parte Sua un operoso ravvedimento e un cambio netto e volitivo della programmazione di risorse e dispositivi. Dimostri ora, immediatamente, provati dalla terribile contingenza che ci ha colpito, la sua vicinanza alle popolazioni del Pollino.”


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