‘Ndrangheta: fra gli arrestati boss ex pentito Saverio Mammoliti
C'è Saverio Mammoliti, 70 anni, storico elemento di spicco della omonima cosca di 'ndrangheta di Castellace di Oppido Mamertina, che era divenuto collaboratore di giustizia, fra i tre arrestati nell'ambito dell'operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno posto fine ai tentativi di intimidazione ai danni di proprietari terrieri della zona. Gli altri due arrestati sono il figlio di Saverio Mammoliti, Antonino, di 23 anni, e il figlio illegittimo, Danilo Carpinelli, di 28 anni. Saverio Mammoliti fino a qualche ora fa era ancora sotto tutela, in ragione della sua collaborazione con la giustizia.
"Ciò dimostra - ha affermato il procuratore aggiunto della DDA Michele Prestipino - che non facciamo sconti a nessuno". In particolare i tre sarebbero responsabili anche della tentata estorsione ai danni della cooperativa sociale Libera Terra Valle del Marro, alla quale avrebbero tentato di impedire di acquisire dei beni confiscati alla 'ndrangheta, ponendo in essere una serie di intimidazioni, come il taglio di ben 640 alberi, e danneggiamenti ai mezzi. I reati contestati agli arrestati vanno dalla estorsione aggravata, all'intestazione fittizia di beni, furto aggravato, danneggiamento e incendio, tutti aggravati dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso, ossia la cosca Mammoliti-Rugolo operante a Castellace di Oppido Mamertina e nella Piana di Gioia Tauro.
Le indagini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, avviate nel gennaio 2012, hanno documentato le modalità attraverso le quali gli affiliati alla cosca "Mammoliti - Rugolo" si garantivano l'effettivo possesso di fondi agricoli in Castellace di Oppido Mamertina, Palmi e Oppido Mamertina, intimidendo i proprietari e rubando legname, causando incendi boschivi e numerosi danneggiamenti. In particolare, sono state accertate un'estorsione perpetrata costringendo due prestanome a sottoscrivere una scrittura privata per l'acquisizione di fondi agricoli nel comune di Palmi, poi ceduti e gestiti di fatto dalla cosca mediante intestazioni fittizie ec una tentata estorsione perpetrata costringendo il proprietario di un fondo a cederne la titolarità ed il godimento Gli inquirenti hanno anche sequestrato beni per 2 milioni di euro.