Cgil: domenica 25 novembre, stop alla violenza contro le donne
“Domenica è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La mobilitazione impegnerà anche le donne della CGIL della Calabria dove sono previste più iniziative territoriali. L'Italia è fra i paesi con la più alta incidenza di violenze di genere e di stalking: quasi un terzo della popolazione femminile è stata vittima di violenze fisiche o sessuali intra ed extra familiari da parte di mariti, fidanzati, conviventi, familiari, sconosciuti. Più di un milione le donne stuprate che in 9 casi su 10 non hanno presentato denuncia. - Lo scrivono in un comunicato le Donne CGIL della Calabria - Nessuna distinzione sociale, geografica, anagrafica o di razza, la violenza di genere colpisce senza guardare censo, latitudine, età o colore; scarica su di esse indistintamente, stereotipi sessisti e autoritari, modelli culturali che schiavizzano idee, pensieri e corpi. La famiglia, dove le donne dedicano affetti e lavoro di cura, diventa troppe volte una gabbia di violenze e di morte.
La drammatica crescita del fenomeno consegna una media nazionale di circa 100 morti l'anno: una strage selvaggia e inconsulta che va fermata. La crisi, la riduzione delle tutele sociali, l'impoverimento delle famiglie, la precarizzazione del lavoro, la restrizione di servizi di Welfare locale rischiano di accentuare il fenomeno e di lasciare le donne ancora più sole. In Calabria ai numeri nazionali si somma la violenza omofoba, dominatrice e criminale della 'ndrangheta. In questa giornata in cui il pensiero va a tutte le donne vittime di violenza, uno particolare va a Lea Garofalo, Cetta Cacciola e Giuseppina Pesce e a quanti /e hanno condiviso e sostenuto il loro gesto di rivolta.
La famiglia, i luoghi di lavoro e di convivenza sociale, la scuola, devono essere sempre più e meglio, dimensioni dove la politica e le istituzioni concentrano interventi e risorse a sostegno delle responsabilità sociali, familiari e genitoriali di uomini e donne, a partire dall'età scolare dove già si evidenziano logiche sessiste e omofobiche di prevaricazione. Il diritto allo studio, al lavoro, ad adeguati modelli culturali e a servizi alla cittadinanza sociale e civile, accompagnati a nuovi messaggi mediatici che de-mercifichino l'immagine delle donne, sono la leva per rendere il vivere tra generi, responsabile e consapevole.
Allo stesso tempo, serve che vengano approvate misure penali che istituiscano l'aggravante per reati di genere contro le donne con maggiori pene, se compiuti alla presenza di minori vittime inermi della violenza su madri e sorelle. È altrettanto urgente che il reato di stupro, in Italia ed in Europa, venga perseguito con denuncia d'ufficio, indipendentemente dalla denuncia della vittima.
In questa direzione è necessario l'impegno determinato e coerente di tutte le forze politiche e sociali per sostenere le proposte di legge ferme in Parlamento che vanno in questa direzione. La delegazione parlamentare calabrese tutta non può non fare la sua parte”.