La donna in Calabria non vale niente? Io non ci sto! E monta la protesta dei lettori

Calabria Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di alcuni giovani - donne e uomini calabresi - in risposta a quanto apparso su alcuni quotidiani nei giorni scorsi riguardo al ruolo della donna… in Calabria. Il dibattito nasce dopo un terribile episodio di cronaca che, stando ai commenti, non avrebbe sorpreso alcune persone, ma fortunatamente ha sbalordito tantissime altre: l’omicidio, a Corigliano Calabro, della giovanissima Fabiana, prima accoltellata e poi arsa viva dal suo fidanzatino non ancora maggiorenne. Il fatto ha suscitato clamore a livello nazionale, mentre la lettera di alcuni calabresi che dicono che “la donna in Calabria non vale niente” ha smosso le coscienze di altrettanti calabresi in disaccordo con la linea di pensiero generalista messa in evidenza dai giornali.

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ALESSIA (24 anni, Crotone): La Calabria non è una terra perfetta, ma non rispecchia neanche la descrizione fatta da persone che “sono scappate” e l'hanno rinnegata! In Calabria la gente è per lo più calorosa e gentile verso il prossimo e verso lo straniero e questo penso sia un sintomo di apertura mentale che non è caratteristico di qualsiasi regione. Conosco un sacco di donne e ragazze indipendenti che pur potendo “permettersi” di fare le casalinghe, lavorano e studiano perché ci tengono alla loro indipendenza, né tanto meno le loro famiglie o i loro mariti glielo impediscono. Se esistono realtà diverse non è perché ci troviamo in Calabria, ma perché ancora oggi dopo anni di lotta da parte di grandi donne permane una mentalità misogina in tutti i paesi, piccoli e grandi, in tutte le nazioni. In ogni angolo del mondo c'è una donna che subisce violenze di ogni tipo e la soluzione non è fuggire, ma denunciare. Non lanciamo messaggi sbagliati, non facciamo credere a quelle piccole/grandi realtà che intorno ad esse non ci sia altra soluzione che la fuga... e non usiamo l'orribile morte della dolce Fabiana per affermare concetti che feriscono l'orgoglio di noi donne calabresi... Per me Lei oggi rappresenta più che mai tutte quelle donne, d'Italia e del mondo, che sono state private della loro libertà e della loro esistenza.

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FAUSTA (23 anni, Cosenza): Ho ventitre anni e sono figlia unica di un uomo calabrese, non ho vissuto in Calabria ma sin dai miei primi anni ho avuto contatti con questa terra, una terra splendida ma che purtroppo si ritrova ad essere sminuita per stupidi luoghi comuni. Una terra che grazie ad uno dei campus più grandi di Europa ha dato la possibilità ai suoi abitanti, uomini e DONNE, di studiare e raggiungere i propri obiettivi. È in questa realtà che ho conosciuto donne, amiche che stimano fortemente i loro padri, hanno la possibilità di studiare grazie alla propria famiglia e non hanno il senso di inferiorità rispetto ai fratelli. Vivendo in questo mondo non sono mai stata privata di esprimere un giudizio, una opinione, sono stata educata al confronto, al rispetto. Bisogna far distinzione tra le deviazioni e la norma, solo così si verrà a conoscenza della verità e si eviterà di fare regola e norma un’eccezione.

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MARCO (25 anni, Trebisacce): È sempre la solita storia... giornalisti “terroristi” che strumentalizzano la morte di una ragazzina per buttare fango sulla nostra terra e sulle persone che ci vivono, gente che si permette di emettere sentenze su un'intera regione basandosi su una visione alquanto retrograda e sempliciotta... la CALABRIA non è quella che descrivete voi, non è quella che descrive una certa Francesca ("io sono riuscita a scappare"), non è popolata da famiglie che insegnano che la donna è un oggetto da tenere all'angolino buona buona... la mia famiglia, calabrese da generazioni e fiera di esserlo, mi ha insegnato valori come il RISPETTO, il SACRIFICIO, la SOLIDARIETÀ, l'UGUAGLIANZA senza distinzioni di razza, sesso o religione... se poi esiste gente pazza e ignorante che ancora tratta la donna come una proprietà e che pensa che sia buona solo per procreare e accudire casa e figli, sono il primo io ad essere schifato... ma smettiamola di fare di tutta l'erba un fascio ogni qual volta che la nostra AMATA terra finisce sui giornali! (Abbiamo i nostri problemi ma non riguardano certamente il modo di trattare e concepire le nostre donne... donne testimonianza di libertà e di spensieratezza, donne da amare e da rispettare). Fiero delle mie origini,fiero delle mie tradizioni,fiero della mia terra!!! R.I.P. FABIANA!

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SELENE (23 anni, Catanzaro): Ferisce e delude dover leggere opinioni di donne calabresi che, pur vivendo nella nostra terra la screditano e la inabissano più di quanto possano fare gli ignoranti che non la conoscono affatto. Certo! Non siamo l'America, non siamo l'Inghilterra o la Cina, ma, se dovessimo fare un paragone ci accorgeremmo che l'epicentro del male non risiede in Calabria o in Sicilia come comunemente si crede, ma anche e soprattutto in quei luoghi più progrediti. Noi parliamo a nome della Calabria, non per omertà o per ignoranza, ma la difendiamo per rispetto e per onore fieri delle nostre origini. Non dimentichiamo poi che la nostra amata terra ha ospitato il fior fiore della civiltà greca, pensatori e saggi hanno marchiato indelebilmente le nostre radici. Mi dispiace per le donne calabre che hanno subìto, ma ci tengo a ricordare e a sottolineare che purtroppo la violenza di cui si parla non è perpetrata solo nel Sud Italia. Un'abitudine comune ed errata, in ogni contesto, è quella di generalizzare, non si può giudicare negativamente sulla base di uno o due episodi; su una bilancia di certo la Calabria non si troverebbe gravata dal peso verso il basso. Concludo dicendo che SONO UNA DONNA CALABRESE E SONO FIERA DI ESSERLO!

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