Capitaneria porto Calabria sequestra pesce e attrezzature varie
Pesce in cattivo stato di conservazione oppure privo dei documenti di tracciabilità, ma anche l'utilizzo di attrezzature da pesca irregolari. Sono queste le principali anomalie riscontrate dal Reparto operativo della Direzione Marittima di Reggio Calabria, finalizzata al controllo dell'intera filiera pesca in tutta la Calabria e in Basilicata. L'operazione è stata condotta secondo le direttive del direttore marittimo, capitano di Vascello Gaetano Martinez, con il coinvolgimento di 251 militari, appartenenti alle Capitanerie di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro e Corigliano Calabro ed ai rispettivi uffici marittimi dipendenti. I 243 controlli eseguiti hanno riguardato tra l'altro: 17 pescherecci; 34 grossisti/stabilimenti di grande distribuzione, 22 locali di ristorazione, 43 pescherie, 7 ambulanti, 101 ai punti di sbarco. Nello specifico, sono stati elevati 16 verbali di illeciti amministrativi, per un importo complessivo di oltre 28.000 euro con circa 25 chilogrammi di prodotti ittici sequestrati in quanto privi di documenti obbligatori di tracciabilità.
Sette comunicazioni di notizie di reato (cattivo stato di conservazione dei prodotti alimentari, violazioni in materia di sicurezza della navigazione, frode in commercio); 3 sequestri penali per un totale di oltre 53 chili di prodotti ittici (pesce spada, tonno rosso, polipi, seppie, ricciola, ecc?..) posti sotto sequestro (sottomisura, cattivo stato di conservazione, pesca illegale, frode in commercio). Nel corso dei controlli sono stati individuati e sequestrati anche 11 pesci spada e un tonno rosso allo stato giovanile effettuato dal personale militare della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina che li ha rinvenuti impigliati in un palangaro abusivamente posizionato in mare. A questo si aggiunge anche il sequestro di 6 attrezzi da pesca sequestrati (reti tipo "lacciara", da "posta" , strascico, palangari, spadara). Da segnalare, inoltre, il sequestro operato dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro di una rete tipo derivante "Spadara" di oltre 1,5 km, attrezzo da pesca da anni ritenuto illegale e bandito dalla Comunità Europea.