Vibo: per il Lions Club “la Citta’ muore”,ma all’appello per salvarla la politica e’ assente
Politica ? Assente! Il provocatorio appello lanciato, nei giorni scorsi, dal Lions Club di Vibo Valentia sul tema”Eutanasia di una città” ha trovato una adeguata risposta nella società civile e quel che più amareggia una assoluta assenza da parte della classe politica, che nelle intenzioni degli organizzatori avrebbe dovuto essere un ospite privilegiato. - È quanto scrive in una nota Filippo Curtosi segretario provinciale aggiunto della Cisal - Invece, una diserzione totale: i partiti politici, chi rappresenta il territorio vibonese a livello parlamentare, regionale, provinciale e comunale non hanno trovato il tempo, o la voglia o forse impediti, a presenziare all’interessante e stimolante incontro che il club service vibonese ha promosso per tentare di individuare se esistono le condizioni per avviare un sereno e concreto dibattito utile a rimuovere il lassismo e l’indifferenza che stanno contribuendo a relegare la città nella più assurda agonia. Hanno dichiarato forfait anche Camera di Commercio, Confindustria, Azienda sanitaria, sindacati, associazioni ma anche le nuove generazioni. Un’assenza deludente e sconcertante, che ha dell’incredibile e che non merita alcuna giustificazione, soprattutto da parte di chi, spesso, per manifestare il suo affetto al territorio ricorre al ….grande amore per questa città!
Eppure il Presidente del Club Mimmo Consoli, gli autori della pubblicazione Michele Roccisano, Antonio Inzillo, Maurizio Bonanno e lo stesso Mimmo Consoli, l’ editore Mimmo La Ruffa, hanno fatto di tutto per rendere più che accattivante l’idea, presentandola come un vero e proprio libro bianco sulla storia ed il patrimonio socio culturale ed economico della città.- Prosegue Curtosi - L’incontro, che non voleva, infatti, essere un processo alla politica, agli enti, ai cittadini, mirava a ricreare le condizioni più adeguate per avviare un dibattito utile a superare l’attuale momento di crisi non solo istituzionale, puntando sul rilancio di una comunità che negli anni ‘60 e ’70 aveva fatto di Vibo Valentia una città invidiabile, ricca di contenuti socio culturali ed artistici, di buon livello politico, tanto da essere definita con un appellativo: “giardino sul mare”.
Ma la risposta è stata no! Quasi a voler dire che l’iniziativa è stata di scarso interesse ed al punto di mantenere estranea proprio quella classe politica e dirigente che costituisce il supporto più concreto dell’attività politico amministrativa di tutti i giorni. – Conclude Curtosi - Per la Cisal quello del Lions Club è stato e rimane un tentativo di recuperare, attraverso una vera e propria rivoluzione culturale, l’identità di una città che va spegnendosi proprio per l’abulia dei suoi maggiori protagonisti: i politici e gli amministratori.
D’altra parte è lo stato penoso delle sue articolazioni che denuncia il grave malessere: c’è una sanità che barcolla, un dissesto ambientale preoccupante, un disordine urbanistico galoppante, una disoccupazione che non frena la strada dell’emigrazione, una politica dell’accoglienza che spiega quanto sia precaria ed assente la politica del palazzo. La giusta e convincente provocazione del Lions Club ha trovato una deludente risposta nelle assenze ma questo non vuol dire resa. La Cisal invita il Lions Club a non demordere e a dare ossigeno all’idea di realizzare un comitato per la ripresa della identità di questa città. Obiettivo che può essere conseguito attraverso una ennesima chiamata all’ impegno della società politica, cui, forse, può essere concessa una riabilitazione.