Padre non paga, bimbo costretto a scendere da scuolabus
Un bambino a Rende sarebbe stato costretto dal conducente dello scuolabus a scendere dal mezzo perché il padre non è in regola con i pagamenti. A denunciare la vicenda è Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia. "È un atto inqualificabile - afferma Marziale - , che lede la dignità del minore, lo espone a pericoli e offende la società".
"Il fattaccio - secondo Marziale - ripropone drammaticamente un episodio già verificatosi in altre parti d'Italia, che rende intelligibile la diffusa mancanza di cultura del rispetto dei diritti e delle esigenze più elementari dei bambini e degli adolescenti. Sintomo di un decadimento morale che non autorizza una società a definirsi compiutamente civile e testimoniato anche da chi sui blog difende l'autista scrivendo che "ha fatto il suo dovere perché se i figli non te li puoi permettere non li devi fare. È dal 1978 che si può porre rimedio legalmente". Per il presidente dell'Osservatorio "chi oltraggia in siffatto modo un bambino non può continuare a rimanere in contatto con il mondo dell'infanzia, ragion per cui meglio sarebbe se al conducente venisse cambiata la mansione all'interno dell'azienda in cui presta servizio.
Questo perché anch'egli, presumibilmente - continua Marziale - ha una famiglia da mantenere al pari del padre del piccolino abbandonato in strada. Altrimenti meriterebbe di rimanere a casa. Da questo episodio incivile tutti dobbiamo trarre una seria riflessione sulle quotidiane manchevolezze nei confronti dei minori, soprattutto da parte di chi ha responsabilità di governo nella pubblica amministrazione. Se un padre non può essere in regola con il pagamento delle rette, in quanto a sua volta creditore di chi gli deve erogare lo stipendio, la colpa - conclude marziale - è certamente di qualcuno".