Minori arrestati a Cosenza: Marziale “colpa della pornografia e del perdonismo”
“La dura legge del branco non c’entra con la provenienza sociale, che inquirenti e organi d’informazione continuano a definire “normale”. Di “normale” c’è solo l’abitudine dei minorenni a delinquere nella più totale impunità e in un clima di indifferenza che fa paura”: è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, a proposito dell’arresto di tre minorenni, di età compresa tra i 16 e i 17 anni, che si sarebbero introdotti in un appartamento a Rende per violentare due prostitute e rubare soldi, computer, orologi e altri oggetti.
“Il dilagare della pornografia ed il suo facile accesso – prosegue il sociologo – hanno contribuito ad incoraggiare il branco a crescere in qualità e quantità dei reati. Se a ciò aggiungiamo anche gli effetti di un codice di procedura penale minorile vetusto, saturo di perdonismi e che contempla l’adolescenza alla stregua di una malattia, dunque da considerare fonte di attenuanti, allora la frittata è fatta”. Per il presidente dell’Osservatorio: “Il carcere minorile serve a poco o nulla se i soggetti non vengono contestualmente obbligati a lavori di pubblica utilità e se i genitori non vengono chiamati a rispondere dei reati dei figli minori in prima persona”.