Evasione dal carcere di Avellino. I complimenti del Sappe, la vicinanza del Dap

Calabria Cronaca

"I Carabinieri e gli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno appena concluso la brillante operazione che ha portato all'arresto dei tre fuggitivi nella Piana di Sibari. A tutti i poliziotti che hanno preso parte alle ricerche dei tre malviventi vanno i nostri complimenti".

Lo rende noto Donato Capece, Segretario Generale del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, parlando dei tre detenuti evasi ieri dal carcere di Avellino.

"I tre, Cristiano Valanzano, Salvatore Castiglione e Fabio Pignataro, avevano rubato un'auto a Potenza, dopo avere raggiunto non si sa come il capoluogo lucano, abbandonata poi lungo la statale 106 jonica. Dopo avere lasciato l'auto - si legge in una nota - hanno tentato di raggiungere la stazione ferroviaria di Sibari, ma sono stati individuati dai carabinieri, che hanno bloccato subito Valanzano e, successivamente, gli altri due a Cassano allo Jonio, mentre erano nascosti in un canalone, in una zona di campagna. I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro li hanno presi nelle campagne dell'alto Jonio cosentino, assegnandoli provvisoriamente al presidio di Sibari. Finisce così la fuga dei tre detenuti evasi ieri dal carcere di Bellizzi Irpino: Valanzano, nato a Vico Equense (Napoli), fine pena nel 2028, Castiglione, nato a Crotone, fine pena nel 2036 Pignataro, nato a Mesagne (Brindisi), fine pena nel 2025. Le ricerche hanno toccato in tutto il territorio lucano - soprattutto nell'area della Val d'Agri e del Pollino, fino al Salento (terra di origine di tre di loro) e alla Calabria".

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"L'evasione dalla Casa circondariale di Avellino, pur nella oggettiva gravità del fatto, non può determinare una presa di distanza del DAP dalle realtà periferiche della nostra Amministrazione, risolvendosi esclusivamente in una ricerca di possibili errori e/o omissioni in capo a singoli operatori".

E’ quanto afferma in una nota, invece, Luigi Pagano, vice capo del DAP. "Le responsabilità dell'accaduto - continua Pagano - sono ancora tutte da accertare, ma l'Amministrazione Penitenziaria, nella sua interezza, esprime vicinanza a tutto il personale che opera nell'istituto di Avellino, evidenziandone la professionalità e l'impegno profuso con sacrificio e senso del dovere". "Se il sistema penitenziario nel suo complesso tiene, nonostante il grave indice di sovraffollamento e una sensibile flessione delle risorse - prosegue Luigi Pagano -, si deve alla capacità e al senso di responsabilità dei nostri operatori, nella straordinaria qualità del lavoro reso che non può essere messo in discussione neppure dopo accadimenti del genere. L'impegno dell'Amministrazione, a partire dal progetto sui circuiti regionali, con la razionalizzazione delle risorse umane e materiali, va proprio nella direzione di garantire la sicurezza degli istituti prevenendo il verificarsi di tali episodi". Rifacendosi a una dichiarazione del capo del Dipartimento, Giovanni Tamburino, il vice capo del Dap spiega che "il carcere è una realtà articolata, che richiede un giudizio differenziato. Quello che l'Amministrazione penitenziaria deve fare è estendere le buone prassi, ovvero quei risultati positivi che ci sono in numerose realtà e riguardano per fortuna un buon numero di detenuti. Le parole del capo del Dap - conclude Pagano - rafforzano il principio che serve il contributo di tutti per rendere il carcere un luogo di riscatto e reinserimento sociale. Noi crediamo nel nostro progetto e lo riteniamo indispensabile per conseguire a breve un miglioramento del sistema penitenziario".