Giustizia. Confindustria Vibo: di “polpette avvelenate si muore”

Vibo Valentia Attualità

Confindustria Vibo Valentia ritiene doveroso esprimere piena solidarietà e vicinanza al Presidente del Tribunale Roberto Lucisano, al Procuratore Mario Spagnuolo ed al Giudice della Sezione Fallimentare, Fabio Regolo. “La funzione delle Istituzioni vibonesi poste alla tutela della Legge, - si legge in un comunicato stampa - in un territorio che definire paludoso e mobile è certamente un eufemismo, ha consentito, ancor più in questi ultimi anni, un vigoroso salto in avanti delle coscienze ed un significativo progresso nella emarginazione dei fenomeni di devianza culturale e sociale.

Confindustria è convinta, che veleni e sospetti mortifichino le azioni ed i risultati acquisiti con fatica da tutti gli uomini che lavorano quotidianamente in contesti assai difficili e non privi di insidie ed inganni. Confindustria, nel sottolineare e confermare il proprio impegno nel respingere con forza ogni possibile limitazione del diritto di impresa e di libertà di iniziativa economica, ribadisce senza alcun tentennamento il plauso per l’operato delle forze dell’Ordine e della Magistratura Vibonese.

Le polpette avvelenate uccidono. Uccidono la speranza dei cittadini, dei corpi intermedi della società civile e minano la fiducia degli operatori economici, che con grande fatica operano, tenendo bene a mente i punti di riferimento, come i Magistrati vibonesi, che rappresentano uno degli ultimi baluardi di legalità che resistono ancora su questo territorio. A tutti loro Confindustria chiede oggi, ancora più forza e determinazione nel loro lavoro ed impegno, addirittura maggiore di quello prestato sino a ieri, nella ricerca di giustizia e nella totale affermazione dei principi basilari della legalità.

Su tali Principi sostenuti dai coraggiosi e devoti Servitori dello Stato, deve doverosamente esprimersi l’intera comunità vibonese, comprendendo che proprio ora tutte le Istituzioni non possono e non devono essere lasciate da sole nell’esercizio delle loro alte funzioni a servizio della collettività.


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