Elezioni. Pd: Bindi capolista in Calabria al Parlamento, Minniti al Senato
I nodi si scioglieranno solo lunedì, ma si va definendo la composizione delle liste del Pd in vista delle politiche. Da decidere anche i capilista, scelta su cui sovrintende Pier Luigi Bersani; tra le ipotesi che circolano c'è quella di Piero Grasso nel Lazio per il Senato. Questa mattina si è riunito il comitato elettorale e tornerà a farlo lunedì pomeriggio in vista della direzione nazionale che martedì, dalle 18, darà il via libera definitivo. Per ora sono stati "definiti i criteri" di scelta dei candidati, vale a dire "professionalità e competenza", ha riferito alla fine Anna Finocchiaro che ha partecipato all'incontro con Dario Franceschini, Rosy Bindi, Maurizio Migliavacca, Nico Stumpo, Graziano Delrio e Vasco Errani.
Ora saranno le direzioni regionali, convocate tra oggi e domenica, a incrociare i vincitori delle primarie con i nomi del listino bloccato che sta elaborando la segreteria d'intesa con il territorio. L'impresa non è priva di insidie perché dalle regioni arrivano già segnali di insofferenza, dopo l'impresa di organizzare le primarie in poche settimane. E' evidente l'amarezza di chi ha subito le primarie, e a maggior ragione di chi non le ha vinte, e ora si vede sorpassare da nomi blindati che sono si' il 10 per cento delle candidature ma alla fine saranno quasi il 30% degli eletti.
IN PARTICOLARE, c'è grande agitazione in Sicilia dove sono usciti sconfitti alcuni candidati di peso come Sergio D'Antoni e potrebbero arrivare una decina di nomi con il listino. L'elenco dei capilista sarà frutto non solo degli equilibri interni al partito, ma anche di valutazioni sulla strategia migliore per contrastare gli avversari. Pare certo che Bersani sarà candidato per la Camera nella circoscrizione Lazio1 e in due regioni cruciali per la vittoria del Pd: Lombardia e Sicilia. Sempre per Montecitorio, Bindi dovrebbe essere capolista in Calabria, Enrico Letta in Veneto, Franceschini in Emilia Romagna, Andrea Orlando in Liguria, Cesare Damiano in Piemonte1, il renziano Ermete Realacci in Umbria. Beppe Fioroni starebbe resistendo alla proposta di guidare la lista Sicilia2 e preferirebbe essere secondo, e cedere il primo posto a una donna, nella circoscrizione Lazio2.
In Puglia si starebbe lavorando sulla candidatura alla Camera del filosofo Franco Cassano, da mettere testa di lista. In Sardegna capolista sarà il segretario regionale Silvio Lai. Da risolvere anche Lombardia2: il posto da capolista sarebbe stato offerto al segretario regionale Maurizio Martina.
Per il Senato, si dà per scontata Finocchiaro in Puglia. Possibili Ignazio Marino in Liguria, Josefa Ideam in Emilia Romagna, Marco Minniti in Calabria. Quanto al listino, Bersani continua ad annunciare ogni giorno candidati della società civile. Di oggi la scelta di Luigi Taranto, direttore generale di Confcommercio. Folta la pattuglia di parlamentari uscenti che non hanno partecipato alle primarie e che ora sono in attesa di collocazione. Nella lista bloccata dovrebbero entrare per Areadem tra gli altri la vicepresidente del gruppo Camera Marina Sereni, Antonello Giacomelli e Gianclaudio Bressa. Certa la presenza di Pierpaolo Baretta, considerato però un tecnico per il suo ruolo di capogruppo in commissione Bilancio. Proprio in nome della competenza dovrebbero entrare esponenti di altre anime come Donatella Ferranti, capogruppo in commissione Giustizia, e Marco Causi, ex assessore al Bilancio della giunta Veltroni a Roma. Verso la conferma in Senato invece Nicola Latorre e Luigi Zanda.
Tra i veltroniani, Walter Verini dovrebbe essere candidato in Umbria, Minniti in Calabria, Andrea Martella in Veneto e l'imprenditore Raffaele Ranucci a Roma per il Senato. Si parla anche di Giorgio Tonini, che ha appoggiato Matteo Renzi, spinto dal suo territorio, il Trentino.
Rimarrebbe fuori invece un altro ex veltroniano con simpatie renziane, il costituzionalista Stefano Ceccanti. Quanto alla cerchia di Bersani, circola con insistenza la voce di candidatura di Alessandra Moretti, Roberto Speranza, Tommaso Giuntella, Miguel Gotor, che hanno lavorato alle primarie, così come dei fedelissimi Maurizio Migliavacca, Nico Stumpo e Davide Zoggia.