‘Ndrangheta: arrestato consulente pm
Un consulente tecnico specializzato nell'ascolto e nella trascrizione di conversazioni telefoniche ed ambientali, Roberto Crocitta, con una collaborazione pluriennale con l'autorità è giudiziaria, è stato arrestato dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Palmi. E' accusato di favoreggiamento aggravato dalle finalità mafiose per avere redatto consulenze false per aiutare i boss della 'ndrangheta della piana di Gioia Tauro ad eludere le indagini.
La Squadra Mobile e del Commissariato di Palmi alle prime ore di oggi ha arrestato Roberto Crocitta, consulente tecnico per la difesa in alcuni dei più importanti processi nei confronti della ‘ndrangheta calabrese.
L’arresto è avvenuto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Pedone, su richiesta del Procuratore della Repubblica Aggiunto Michele Prestipino e del Sostituto Procuratore della Repubblica Giovanni Musarò della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
L’operazione è avvenuta nell’attività d’indagine nei confronti della cosca Gallico al termine della quale è scaturita l’operazione di polizia giudiziaria “Operazione Cosa Mia” ed ha accertato che Crocitta consulente specializzato nell’ascolto e nella trascrizione di conversazioni telefoniche ed ambientali ha posto la sua qualificata esperienza “a disposizione della ‘ndrangheta”.
Il consulente iniziava con la “scelta” dei passaggi della conversazione che potevano concedere qualche spazio ad una diversa valutazione, individuando successivamente, all’interno di quei passaggi, “le battute-chiave” dei dialoganti che danneggiavano, in modo particolare, la posizione dell’indagato. A quel punto il consulente operava una trascrizione.
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L'arrestato si chiama Roberto Crocitta, ed ha 42 anni. I dettagli dell'indagine che è culminata con l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere concessa dal gip su richiesta della DDA sono stati illustrati stamani in Questura, alla presenza del questore Guido Longo, del procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza, del procuratore aggiunto della DDA Michele Prestipino Giarritta, del capo della squadra mobile Gennaro Semeraro e del suo vice Francesco Rattà, e del dirigente del Commissariato di Palmi, Fabio Catalano. Sono tre gli episodi contestati al consulente, che secondo l'accusa avrebbe volutamente modificato o omesso una parola nella propria consulenza, andando a intaccare proprio quelle parti delle intercettazioni ritenute piu' gravemente indizianti nei confronti degli indagati. I tre processi nei quali Crocitta ha depositato la consulenza tecnica di parte, da giugno a novembre 2010, erano rispettivamente a carico della cosca Gallico, della cosca Pesce e della cosca Bellocco. Tutte e tre operanti nella Piana di Gioia Tauro. L'uomo, sentito dagli inquirenti, si e' difeso affermando di avere scritto quello che aveva sentito durante l'attività' di trascrizione delle intercettazioni. E invece, ad inchiodare l'uomo, che secondo l'accusa sarebbe stato ben consapevole di aver modificato le parole per favorire gli indagati, vi e' una trascrizione di un colloquio in carcere tra un detenuto e il figlio. Quest'ultimo dice di avere sentito una frase incriminata in compagnia del consulente, e che "effettivamente" la frase era stata pronunciata così come sosteneva l'accusa. "Un episodio del genere - ha detto Prestipino - è emblematico della cosiddetta zona grigia, e deve far riflettere tutti che colludere con la 'ndrangheta non e' affatto conveniente".