Cgil Crotone: un’opportunità i Piani locali per il lavoro
Ha preso corpo anche nella Provincia di Crotone la discussione attorno ai Piani Locali per il Lavoro (PLL), nuova opportunità di rilancio economico che viene offerta alla Calabria dai Fondi comunitari, dal Fondo Sociale Europeo.
La Cgil di Crotone intende riaffermare l’urgenza che i Pll non si risolvano nell’ulteriore occasione mancata, che gli investimenti (fino a un massimo di 5 milioni di euro a progetto) vengano agganciati ad una concreta, produttiva, sistemica idea strategica che permetta l’ottimizzazione delle poche risorse disponibili, la creazione di nuove e durature occasioni di lavoro e l’avvio di una nuova economia improntata a principi di eco sostenibilità e valorizzazione delle risorse del territorio.
Gli Enti locali, infatti, ora più che mai, sono chiamati ad adottare un approccio che non sia di orizzonti ristretti, che sia orientato al futuro, che non rimanga imbrigliato nella logica assistenzialistica della contingenza, del “dobbiamo spendere e chissenefrega al come spendiamo”.
I PLL possono rappresentare, metodologicamente e nei contenuti, un’occasione importante per misurarsi con la drammatica condizione di crisi economica, sociale ed occupazionale delle nostre comunità e con le possibili opzioni di sviluppo locale che si intende intraprendere, sforzandosi di guardare, in prospettiva, alla nuova programmazione comunitaria 2014/2020.
Per far questo, però, occorre una dimensione pubblica dello sviluppo, che si sostanzi di una precisa visione, che sia in rapporto anche con gli scenari competitivi che si aprono nel mercato internazionale e nel bacino del Mediterraneo in particolare.
I processi di produzione delle politiche pubbliche, dunque, devono avere ad oggetto la crescita economica ed occupazionale – ed a questo tendono i PLL -, ma devono avere anche il coraggio di ridisegnare i confini dello sviluppo, senza rimanere fossilizzati all’idea che il rilancio del territorio passi attraverso generiche politiche attive e di incentivazione senza prospettive.
A nostro parere, l’insistenza esclusiva su settori di crescita “tradizionali”, peraltro, in una disomogeneità e frammentazione dei piani di intervento e di sviluppo, ha deluso le aspettative. Lo testimoniano i dati statistici sull’economia, la disoccupazione, il ricorso agli ammortizzatori sociali. Se non si vuole rimanere intrappolati nella marginalità economica e sociale, è necessario un cambio di passo, fare delle scelte per creare un raccordo fra strategie per la crescita e politiche del lavoro, sia attive che passive, superando arroccamenti localistici e spinte elettoralistiche.
La proposta che la Cgil di Crotone sottopone all’attenzione dei sindaci e del costituendo partenariato di progetto dei PLL, ribadendo che si tratta di note a margine di un confronto iniziato che necessita di approfondimenti e specifiche competenze, è quella di orientare finanziamenti ed interventi dei PLL per avviare un reale cambiamento della gestione integrata del ciclo dei rifiuti. I PLL, dunque, come occasione per stimolare l’adozione di modalità organizzative dei servizi di igiene urbana, di impulso alla raccolta differenziata, per promuovere attività imprenditoriali legate al riciclo ed al riuso, insomma per una gestione ordinaria, efficiente e virtuosa del ciclo dei rifiuti.
D’altronde, con il superamento della gestione commissariale dei rifiuti, formalmente conclamata, il sistema delle Autonomie locali dovrà riassumersi la responsabilità della gestione. Per queste ragioni, sfruttare i PLL per promuovere azioni sistemiche orientate alla raccolta, riduzione, recupero e riuso dei rifiuti potrebbe essere una scelta di opportunità politica oltre che economica.
Investire nel settore potrebbe innescare processi virtuosi di creazione di micro filiere produttive a diretto vantaggio delle casse comunali e dei cittadini. Dati ed analisi da tempo evidenziano i benefici che, in termini ambientali, economici, occupazionali, di supporto agli atri sistemi produttivi (turismo, trasporti, agricoltura, etc), derivano da una ottimizzazione del sistema di gestione integrata dei rifiuti.
Minimizzare la quantità dei rifiuti, individuare corrette modalità di trattamento e smaltimento, valorizzare il recupero di materiali e di energia, permetterebbe, ad esempio, di avere città più pulite (a supporto del turismo, sempre che non si voglia organizzare gite turistiche tra i cassonetti), di creare innovazione scientifica (si pensi agli impianti di compostaggio, digestione anaerobica, trattamento meccanico, biologico, etc) rafforzando, quindi, il ruolo di Crotone quale Polo per l’innovazione tecnologica e l’energia. Tale strategia, in altre parole, potrebbe permettere la strutturazione di sistema industriale sostenibile in grado di creare occupazione per giovani specializzati e ricollocazione per quei soggetti svantaggiati, come i chimici in mobilità e non solo, che forse, vedrebbero maggiormente gratificate le proprie professionalità in questo settore.
Ma ancora, utilizzare i PLL per l’avvio di una nuova politica di gestione dei rifiuti potrebbe creare un sistema di incentivazione a diretto vantaggio delle imprese. Si pensi, ad esempio, alla raccolta dei tappi di sughero e di plastica, per il settore vitivinicolo, oppure alla raccolta degli oli commestibili esausti da convertire in carburante, per il settore del trasporto pubblico locale. E di questo ne beneficerebbero i cittadini che vedrebbero ridotta la tassazione sui rifiuti (auspicando il passaggio alla tariffazione) e gli stessi Comuni che scegliendo di adottare la strategia “dei rifiuti zero” potrebbero continuare a beneficiare di ulteriori risorse economiche rinvenibili da più fonti di finanziamento.
In Italia ci sono molte esperienze amministrative di successo, ad incominciare dal Comune di Capannori che ha riconvertito e rivitalizzato il proprio sistema economico proprio grazie all’adozione di soluzioni innovative e non utopiche nella gestione dei rifiuti.
Come CGIL riteniamo indispensabile anche un cambio di passo nel dibattito sull’uso e valorizzazione delle risorse (sempre più ridotte) di cui le nostre comunità possono disporre e beneficiare, sempre che tutti i soggetti, ivi incluse le organizzazioni sociali, superino approcci e scelte miopi, strumentali o speculative.
Per questa ragione nei tavoli dovuti proporremo un percorso chiaro: la nostra ricchezza sono il territorio e le persone, dobbiamo attivare politiche pubbliche in grado di riqualificare entrambi per creare nuove opportunità e migliori condizioni di vivibilità.