Benzene nell’Alaco? Il MoVimento5Stelle: Scopelliti ci metta la faccia, dia risposte ai vibonesi
La vicenda del benzene nell'invaso dell'Alaco (Serra San Bruno, Vibo Valentia), che fornisce acqua a 88 Comuni del Vibonese e del Catanzarese, ha raggiunto ogni limite di sopportazione. L'Arpacal ha parlato di "composti aromatici da benzene, espressi come benzene", dopo aver fornito i risultati più che allarmanti delle ultime analisi. L'acqua dei rubinetti è maleodorante e sporca, per questo, i cittadini sono costretti da mesi a rifornirsi con i bidoni presso le fonti di cui per fortuna la Calabria è ancora dotata. L'indagine sull'Alaco d'altronde è ancora aperta: l'impianto fu sequestrato nel maggio 2012 e pare non si sia ancora trovato quel certificato che attesta la tipologia e la potabilità dell'acqua, certificato che manca da quando la diga sull'Alaco fu eretta e l'invaso entrò in funzione.
I politici stanno a guardare, nessuno da risposte certe alle proprie comunità. Il caso, già gravissimo, provoca ulteriore sconcerto per le analisi e le successive giustificazioni dell'Arpacal, che non può cavarsela, come sta facendo, chiedendo scusa per una piccola svista. In quell'acqua c'è o non c'è il benzene? Chiediamo risposte immediate al presidente Scopelliti che è il primo responsabile della sanità regionale. E ci chiediamo com'è possibile che fino ad ora il governatore non sia mai intervenuto pubblicamente su questa gravissima vicenda.
Gli abitanti di Serra San Bruno e non solo, assieme ai comitati dell'acqua bene comune che da sempre seguono la vicenda, sono pronti a protestare in massa e noi con loro. Ci chiediamo anche che validità abbiano le analisi dell'Arpacal visto che questo ente, al contrario delle Arpa di tutta Italia, non è nemmeno accreditato da "Accredia". Per chi non lo sapesse, Accredia è l’unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di controllo in conformità agli standard internazionali della serie Iso 17.000. Come mai chi è esposto al libero mercato deve investire per offrire ai propri clienti un servizio efficiente ed efficace, mentre l'Arpacal, che è un ente pubblico e quindi della comunità, non ha questi obiettivi? Come mai prima di esporre la comunità a rischi non si ha la forza per esporsi all’occhio critico di un organismo di vigilanza? Chi ha il dovere di garantire e monitorare la salute dei cittadini dovrebbe prima preoccuparsi di monitorare le proprie competenze.