‘Ndrangheta: marito e moglie uccisi a colpi di kalashnikov
Marito e moglie sono stati uccisi ieri sera a Vallefiorita, un centro in provincia di Catanzaro. Le vittime sono Giuseppe Bruno, 39 anni, e Caterina Raimondi, di 29. I due sono stati freddati davanti all'abitazione e sono stati raggiunti da diversi colpi di kalashnikov.
Giuseppe Bruno era il fratello di Gianni, ucciso anch'egli in un agguato nel 2010. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Catanzaro e dai colleghi della compagnia di Soverato. Il duplice omicidio sarebbe legato alla faida del Soveratese che negli ultimi anni ha seminato diversi morti ammazzati, mentre nell'ultimo periodo sembrava chiusa dopo diverse operazioni dei carabinieri. (AGI)
h 10:32 | Giuseppe Bruno, potrebbe avere tentato di allargare il proprio ruolo nell'ambito della criminalità organizzata. È questa l'ipotesi investigativa su cui stanno lavorando i carabinieri del Reparto operativo provinciale di Catanzaro insieme ai colleghi della Compagnia di Girifalco, sotto la cui giurisdizione si trova il comune di Vallefiorita. Bruno sarebbe stato a capo del clan che controllava il centro del catanzarese, avendo preso il posto del fratello Gianni ucciso in un agguato tre anni fa.
Ma l'uomo, sempre secondo l'ipotesi che i militari dell'Arma considerano più attendibile, avrebbe tentato di espandere il proprio potere anche fuori dal paese, scontrandosi con altre cosche. Da qui la decisione di ucciderlo, mettendo in piedi un agguato in pieno stile mafioso, compiuto a colpi di kalashnikov e che non ha risparmiato nemmeno la giovane moglie del presunto boss.
h 12:51 | Caterina Raimondi, la ventinovenne uccisa in un agguato insieme al marito Giuseppe Bruno a Vallefiorita, nel catanzarese, è morta perché seguiva il marito ed è finita sulla linea di fuoco. I killer aspettavano la vittima davanti all'abitazione ed hanno fatto partire una raffica di almeno trenta colpi di kalashnikov. I colpi sono stati esplosi da distanza ravvicinata ad altezza d'uomo. Bruno è stato crivellato all'altezza del torace, la donna, più bassa del marito, è stata raggiunta alla testa ed è rimasta completamente sfigurata.
A lanciare l'allarme è stato un passante. L'uomo ha notato il fuoristrada della vittima con le luci accese, davanti alla casa, quindi è tornato indietro e ha visto i due corpi a terra. Verifiche sono in corso sul possibile orario dell'agguato che pare sia avvenuto dopo le 20,30 di ieri sera, ma la scoperta è avvenuta dopo. La coppia, infatti, abitava in una zona di periferia, nei pressi di un incrocio. I coniugi Bruno non avevano figli; la donna gestiva una piccola attività commerciale, mentre l'uomo era disoccupato. La ricostruzione dell'omicidio è stata fornita dai carabinieri che conducono le indagini e dal procuratore della Repubblica, Vincenzo Antonio Lombardo, a margine di una conferenza stampa che era stata convocata per l'arresto di un latitante.
Il procuratore Lombardo ha sottolineato che "queste vicende che interessano il soveratese e le aree limitrofe, nascono dalla volontà di dominare nella zona. Il monopolio delle estorsioni è fondamentale - ha aggiunto - e ci sono dei vuoti di potere, legati alle attività delle forze dell'ordine, che consentono di allargare il predominio". Giuseppe Bruno, dunque, era l'obiettivo dei killer, mentre la moglie si è trovata al posto sbagliato e al momento sbagliato. Pare che i due fossero appena usciti di casa, così come dimostra l'autovettura Toyota Rav 4 trovata con i fari accesi, poco distante dai corpi. I due sono comunque morti sul colpo.