Centrali Biomasse: riunione in prefettura a Crotone
Nella mattinata odierna si è svolta in Prefettura una riunione, presieduta dal Prefetto Maria Tirone, sulle prospettive delle imprese esercenti centrali a biomasse nella provincia di Crotone, a seguito di preoccupazioni espresse dalla locale Confindustria, in merito alla prospettive future, condizionate dalla sufficiente disponibilità di biomasse.
L’incontro ha visto la partecipazione del Vice Presidente della Giunta Regionale, del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, del Presidente della Provincia di Crotone, del Sindaco di Cutro, dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Crotone, dei rappresentanti delle Società BIOMASSE ed ETA, dei rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali Confederali e di categoria
Le maggiori preoccupazioni per i soggetti operanti nello specifico settore derivano, in particolare, dalla riduzione della materia prima per l’alimentazione delle centrali e dal quadro normativo degli incentivi che, allo stato, non si presenterebbe di particolare favore, attesi i vincoli imposti all’approvvigionamento limitato ad un raggio di 70 chilometri dal sito di ubicazione della centrale, tenuto conto che le centrali operanti nella provincia sono tutte poste sulla linea costiera. In questo contesto, quindi, le imprese hanno chiesto alla regione di promuovere presso il Governo, modifiche normative che tengano conto della peculiarità del territorio calabrese e, inoltre, estendano gli incentivi già previsti per le biomasse prodotte in agricoltura, anche a quelle di origine forestale.
Per quanto attiene al problema più generale e contingente dell’adeguato approvvigionamento di materiale, il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria ha ricordato che dal 2008 è stato rilasciato un numero via via crescente di autorizzazioni ai tagli da boschi demaniali. È stato altresì ricordato che la Regione si è dotata nel 2007 del nuovo Piano Forestale e, nel 2008, delle nuove Prescrizioni di Massima di Polizia Forestale, grazie alle quali si è registrato un aumento delle biomasse disponibili.
L’attuale diminuzione, quindi, è ascrivibile ai tempi tecnici della selvicoltura per la riproduzione delle biomasse nelle aree già interessate dai tagli, tenendo conto che per il territorio regionale, classificato quale “zona a desertificazione avanzata”, la conservazione del suolo e delle biodiversità assume un ruolo quanto mai essenziale, che impone una utilizzazione programmata del patrimonio boschivo ai vari usi, tra cui la produzione di biomasse.
Nell’assumere l’impegno che le proposte delle imprese verranno attentamente esaminate e, laddove possibile, formeranno oggetto di apposite previsioni dei regolamenti di attuazione della recente legge regionale n. 45/2012, nondimeno, per fornire una risposta immediata alle preoccupazioni dei soggetti economici, ha trovato generale favore la proposta di sopperire al fabbisogno di materia prima dei produttori attraverso la raccolta delle ingentissime quantità di materiale legnoso che i boschi generano all’indomani della stagione invernale e che, rimanendo a terra, rappresentano il combustibile per incendi anche di vaste proporzioni. In tal modo si otterrebbe il duplice risultato di una ottimale e completa pulizia degli spazi boscosi e l’abbassamento del pericolo di incendi, a fronte di un migliore approvvigionamento, a titolo oneroso, delle centrali a biomasse con il materiale di risulta così raccolto, considerando inoltre il vantaggio che il materiale non proverrebbe dal taglio di alberi.
Il Vice Presidente della Giunta Regionale ha espresso la propria disponibilità verso la verifica della fattibilità di tale soluzione, mediante l’istituzione di un tavolo tecnico in Regione, già nella prossima settimana, mostrando aperture anche verso le ulteriori richieste dei produttori che, ove sostenibili, potrebbero confluire nelle previsioni dei regolamenti attuativi della legge regionale n. 45/2012.