Al Betania, tangoterapia e pasodoble per curare il Parkinson
Nella settimana mondiale dedicata al cervello che si è svolta dall’11 al 17 marzo 2013, e il cui tema principale è stato l’importanza della diagnosi precoce nelle malattie neurologiche, l’Associazione Ra. Gi. Onlus ha arricchito lo “Spazio Al. Pa. De.” Alzheimer Parkinson e Demenza attivo presso Fondazione Betania Onlus di un nuovo laboratorio del tutto innovativo. Ha scelto, infatti, di introdurre, all’interno dei percorsi non farmacologici già attivi, un laboratorio di tangoterapia e pasodoble, portato avanti di Elena Sodano, terapeuta espressivo corporea che, nel corso dei suoi studi di specializzazione, ha potuto seguire e fare propri, gli insegnamenti della sua maestra, Carmen Di Bella psicologa danzaterapeuta che, utilizza queste due danze proprio come cura di diverse patologie oltre al Parkinson, la sclerosi multipla, esiti da ictus, disturbi dell'equilibrio neurogeni e patologie croniche respiratorie.
L’idea del tutto originale ed innovativa, è già portata avanti in molti ospedali italiani all’avanguardia per la cura della malattie neurodegenerative come l’Ospedale Auxlogico di Piancavallo (VB), l’ospedale San Giuseppe di Milano dove il tango è entrato a far parte dei percorsi di riabilitazione per la cura di diverse patologie. Infatti, per come sono strutturati, sia il tango che il pasodoble, vanno ad agire positivamente non solo sulla sfera fisica ma anche su quella psicologica e relazionale. Musica, poesia e danza “A livello fisico - spiega la dott.ssa Sodano – il tango, permette di controllare la postura e di migliorare i problemi di equilibrio nella situazione di Parkinson. Il malato di Parkinson, infatti, soffre di un’ alterazione progressiva del movimento che si manifesta in rigidità, tremore, atrofia nel cammino, lentezza nei movimenti, difficoltà nel gestire l’equilibrio posturale. Attraverso le strutture ordinate del tango e del pasodoble, si riescono a mitigare i suddetti sintomi permettendo una connessione tra la persona e il suo ritmo corporeo. Naturalmente anche la musica del tango argentino, ha la sua rilevante importanza, poiché ha un ritmo di base intenso, ed inoltre, anche il contare i passi ad alta voce, rappresenta uno strumento utilissimo per stimolare la continuità e la fluidità del movimento, per favorire i movimenti ritmici degli arti e per gestire il freezing, tipico dei pazienti parkinsoniani. Dal punto di vista emotivo e relazionale – continua la Sodano - il tango e il pasodoble, permettono innanzitutto al paziente di riacquistare la consapevolezza del proprio corpo e, quindi di conseguenza, di migliorare il livello di autostima facilitando la comunicazione tra i membri del gruppo e rafforzando i legami interpersonali”.
La Ra. Gi. , dunque, si fa ancora una volta portatrice di un metodo innovativo ed efficace nella cura delle malattie neurodegenerative come il Parkinson, questa volta attraverso il tango ed il pasodoble che, nel 2009 è stato definito dall’Unesco “un bene culturale immateriale” e che si può considerare, viste le sue funzioni terapeutiche, “un bene per la salute” grazie agli effetti positivi non solo fisici ma anche psicologici che permettono un evidente miglioramento della qualità delle vita delle persone affette da morbo di Parkinson.