Federfarma, la farmacia integrata nel Ssn: i vantaggi per il sistema

Catanzaro Salute
Dott. Vincenzo Defilippo

"L’invecchiamento della popolazione, il cambiamento del concetto di salute, la crisi economica, l’ingresso prepotente delle nuove tecnologie, sono tendenze di lunga durata che richiedono un nuovo approccio al problema della tutela della salute. I cittadini sono più attenti alle tematiche inerenti salute e benessere, si aspettando risposte mirate ai loro bisogni da parte dei loro interlocutori primari in questo ambito (medici, farmacie, strutture sanitarie pubbliche), ma sono anche più sensibili alla questione prezzo". E' quanto scrive Vincenzo Defilippo della Federmarma.

"Il Ssn - continua la nota - è costretto a razionalizzare i meccanismi di assistenza, per rendere sostenibile un sistema che, altrimenti, è destinato a collassare. Questo significa, da una parte tagli – e la spesa farmaceutica in questi anni è stata uno dei settori più colpiti – e dall’altra avvio di processi di deospedalizzazione e trasferimento di attività dagli ospedali al territorio.

Le farmacie possono dare un contributo importante per portare il Ssn più vicino ai cittadini e rendere il sistema sostenibile, soprattutto grazie al fatto di costituire una rete professionale di presidi informatizzati, collegati tra loro e con il sistema sanitario nazionale.

Ciò è stato ben compreso dal Parlamento e dal Governo, che hanno varato tre anni fa una normativa innovativa, scaturita dalla legge n. 69/2009, che ha delegato il Governo alla definizione dei nuovi servizi, e dal successivo decreto legislativo n. 153/2009, attuativo della delega.

Tale normativa prevede l’erogazione in farmacia di nuovi servizi ad alta valenza socio-sanitaria, quali: la partecipazione all’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi) e la presa in carico di particolari pazienti cronici, la realizzazione di iniziative per il corretto uso del farmaco, la partecipazione a programmi di educazione sanitaria e prevenzione, l’effettuazione di autoanalisi di prima istanza, le prenotazioni di visite ed esami (Cup).

Questa normativa, articolata e complessa, sta prendendo progressivamente corpo: il Ministro della salute ha emanato i tre decreti attuativi sui nuovi servizi, che riguardano le autoanalisi di prima istanza, la prenotazione per via telematica di prestazioni ambulatoriali e la presenza in farmacia di altri operatori sanitari.

I decreti demandano alla convenzione farmaceutica nazionale e ai successivi accordi integrativi regionali, la definizione delle concrete modalità attuative dei nuovi servizi, degli standard di qualità e della remunerazione per le farmacie.

I nuovi servizi porteranno una serie di importanti vantaggi per i cittadini e per il sistema. l cittadini risparmieranno tempo e denaro. Basti pensare alla possibilità di prenotare in farmacia visite ed esami, pagando anche il ticket, senza fare la fila, e ritirando poi anche i referti sempre in farmacia, o alla possibilità di effettuare alcuni test autodiagnostici per tenere sotto controllo i principali parametri di salute e recarsi dal medico in presenza di un primo campanello di allarme, effettuando poi analisi più approfondite.

La grande novità di questa normativa è però la partecipazione delle farmacie al servizio di assistenza domiciliare integrata. Le farmacie potranno infatti svolgere una funzione importante nei confronti di quei pazienti fragili, anziani e malati, che non possono uscire di casa e sono soli o magari sono assistiti da badanti straniere che non conoscono bene la nostra lingua e hanno difficoltà, ad esempio, a leggere e capire un foglietto illustrativo di un medicinale.

I farmacisti potranno, pertanto, farsi carico, a supporto dell’attività dei medici di medicina generale e in collaborazione con gli altri operatori addetti, dei pazienti che hanno bisogno di un’assistenza a domicilio e risiedono nel territorio di pertinenza della farmacia. I malati potranno così ricevere a casa propria, dal proprio farmacista, non solo i farmaci di cui hanno bisogno, ma anche tutte le informazioni e i consigli su come utilizzarli al meglio (loro o chi li assiste). Inoltre, i farmacisti potranno fornire sia ai pazienti stessi che alle badanti tutta una serie di consigli e indicazioni di carattere sanitario, sull’alimentazione, sull’uso di prodotti non farmaceutici, sui comportamenti da adottare, agevolando così la permanenza a casa dei malati ed evitando il ricorso al ricovero ospedaliero.

I farmacisti, sempre in accordo con i medici, potranno anche monitorare l’andamento delle terapie cui sono sottoposte tali pazienti, al fine di verificarne la compliance, cioè il rispetto delle dosi prescritte dal medico (confrontando le dosi prescritte con il numero di confezioni consegnate e/o utilizzate), e gli effetti delle cure. In questo modo, il medico disporrà di elementi importanti per valutare la correttezza e l’appropriatezza della terapia, mente il sistema sanitario pubblico, da un più efficace rapporto costo/beneficio, trarrà un evidente vantaggio economico.

Sempre per garantire la compliance, le farmacie, grazie ai loro strumenti informatici, potrebbero “ricordare” ai pazienti o a chi li assiste (ad esempio con sms programmati), orario e dose di assunzione dei diversi medicinali.

Il contatto periodico del farmacista consentirà al medico di monitorare con costanza lo stato di salute del paziente, posto che i servizi di assistenza domiciliare non sempre riescono a seguire i malati con la necessaria regolarità. Il farmacista dovrà, quindi, operare in pieno accordo e sinergia con il medico di medicina generale, al quale dovrà fornire tutte le informazioni utili per valutare lo stato del paziente ed apportare eventuali correttivi alla terapia.

Un intervento di questo tipo consentirà, oltre che di migliorare l’assistenza, anche di far risparmiare il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. Infatti, la remunerazione del farmacista per tale tipo di servizio, destinato a favorire comunque la deospedalizzazione, sarà sicuramente inferiore ai costi che oggi vengono sostenuti dai servizi preposti per garantire un’assistenza a domicilio spesso carente. Parallelamente, un’attività di questo tipo rafforzerà il radicamento territoriale della farmacia che potrà diventare sempre più un punto di riferimento per la popolazione di riferimento.

Le ASL, da parte loro, potranno spostare risorse economiche e umane su altre attività.

Va considerato che l’erogazione di nuovi servizi richiederà alla farmacia notevoli investimenti in personale, spazi, attrezzature. Saranno necessarie risorse economiche e professionali adeguate e sarà, quindi, indispensabile individuare una remunerazione congrua per la farmacia.

Per dare concreta attuazione a questo modello è necessario procedere rapidamente al rinnovo della convenzione farmaceutica nazionale, alla quale è stata demandata la definizione delle modalità di erogazione dei servizi e della relativa remunerazione. Va ricordato che la convenzione è scaduta ormai da troppi anni e che, in questi anni, molte cose sono cambiate dal punto di vista istituzionale (il federalismo ha determinato un incremento dei poteri delle Regioni) e normativo (il Legislatore è ripetutamente intervenuto per modificare le modalità di erogazione del servizio farmaceutico e le relative condizioni economiche).

La farmacia ha quindi - conclude Defilippo - bisogno di nuove regole per poter garantire il corretto svolgimento del servizio farmaceutico nel nuovo contesto e poter sviluppare un nuovo modello di assistenza, nell’ambito del più generale processo di potenziamento delle cure primarie".