Banda di rumeni sgominata a Catanzaro, caccia ai complici
È caccia ai complici dei quattro rumeni fermati dalla polizia di Catanzaro, in quanto sospettati di aver commesso diversi furti ai danni di esercizi commerciali della provincia nelle scorse settimane. L'attività investigativa, che ha portato la Squadra Mobile a disporre il fermo di tre uomini e una donna (e la denuncia di un'altra donna minorenne), prosegue nel tentativo di individuare gli altri negozi da cui è stata sottratta parte della merce rinvenuta nell'abitazione di Simeri Mare che i rumeni avevano preso in affitto e dove custodivano centinaia di oggetti pronti per essere immessi sul mercato nero.
Alle persone fermate viene contestato, al momento, solo il reato di ricettazione, essendo state colte in flagranza proprio nel momento in cui stavano per portare fuori dalla casa la merce rubata per venderla, ma gli investigatori ritengono che le stesse persone abbiano commesso i furti in un negozio di telefonia di Squillace Lido e in una ditta di abbigliamento di Catanzaro Lido, nonché in altri esercizi non ancora individuati. Nella casa in cui abitavano è stato trovato "un vero e proprio arsenale di attrezzi per lo scasso - come ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile, Rodolfo Ruperti - costituito da ganci in acciaio, chiavi inglesi di ogni genere e grandezza, grimaldelli, torce, crick e altri oggetti utili per commettere furti". L'ipotesi più accreditata è che i quattro rumeni fermati facciano parte di una vera e propria banda composta anche da altre persone al momento non identificate, dedita ai furti e alla ricettazione della refurtiva.
"Ogni cittadino è depositario della sicurezza della zona in cui vive, per questo è importante che ognuno collabori con le forze dell'ordine con l'obiettivo di tutelare la propria sicurezza e ciò che gli appartiene". Lo ha detto il questore di Catanzaro, Guido Marino, durante la conferenza stampa con cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione che ha portato al fermo di quattro rumeni accusati di ricettazione di merce rubata da due negozi della costa. Il questore ha fatto riferimento all'aiuto fornito agli investigatori da un cittadino, che era stato contattato dai ricettatori per acquistare materiale informatico a basso costo, lodando la sua denuncia e deprecando, invece, il comportamento del titolare dell'abitazione di Simeri Mare in cui i malviventi vivevano, che aveva dato loro in affitto la casa senza un regolare contratto. Marino ha quindi evidenziato l'importanza dell'attività investigativa della polizia, "non impegnata soltanto nella lotta alla mafia ma anche nel contrasto alla criminalità predatoria, che è quella che maggiormente allarma la popolazione in quanto tocca la vita quotidiana e le proprietà delle persone". (Agi)